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Sport, Storie

L'airone nero è pronto a volare

La storia di Abdul, nato ad Alzano, nelle sue vene scorre sangue bergamasco misto a quello africano. Una giovanissima promessa del ciclismo, per il presente e futuro.

Quando si parla di Bergamo, automaticamente, la memoria sportiva ci riporta alla mente il mondo del ciclismo. Alla periferia di Albino vive una giovane famiglia senegalese. Il papà Omar fa il saldatore in un’azienda del paese e la mamma Mbene, invece, accudisce i tre figli: Papi, Adim e Abdul. Qualche anno fa il datore di lavoro di Omar, che è anche il responsabile della squadra ciclistica di Cene, ha convinto il padre a mettere in sella Abdul. Il ciclismo giovanile è ancora un ambiente sano. Occorre molto impegno e sacrificio se si ambisce a qualche risultato. Il piccolo Abdul è un bravo ragazzo e ha tanta voglia di fare. La tradizione sportiva del suo paese non annovera grandi campioni delle due ruote e, per lui, il ciclismo è una grande novità. Ma Abdul, è nato ad Alzano e nelle sue vene scorre sangue bergamasco misto a quello africano, un mix vincente se dosato con intelligenza. Basta poco per entusiasmare un bambino. Una luccicante bicicletta, ed è subito amore. Abdul è in sella... e inizia a fare le prime “pedalate”. Gigi, il suo allenatore, lo segue con entusiasmo fin dall’inizio. Il neo-ciclista ha subito una bella impostazione sulla bicicletta, è ben disteso e impugna il manubrio con sicurezza. Uno stile da vero cronomen. Il piccolo ciclista africano si allena tre volte la settimana sulle strade nei dintorni di Albino. E’ iniziata la primavera, la bandiera a scacchi è pronta per il primo “via”. Eccolo alla partenza. Gli occhioni da cerbiatto contrastano con la maglia bianco-celeste della società ciclistica di Cene. L’’Airone nero’ è pronto per spiccare il volo. Il campioncino senegalese non ha paura del confronto. Lo si vede tirare il rapporto federale della sua categoria senza ‘saltare’sul sellino, le forze sono ben dosate e le traiettorie, disegnate nelle curve, sono come le pennellate di un artista, senza sbavature. In quattro anni di attività ha collezionato dieci vittorie e numerosi piazzamenti, nonché due titoli di campione provinciale bergamasco. Una domenica di settembre, dopo una gara nella bassa bergamasca, Abdul mi ha detto: “Anche se qualche volta mi sento addosso la stanchezza e mi fanno male le gambe, amo il ciclismo. Nei momenti più difficili penso spesso al mio Paese, stringo i denti, abbasso la testa sul manubrio, ricomincio a pedalare e come per incanto la fatica svanisce e ritrovo l’energia. Sì, perché la mia famiglia è africana, e io, anche se parlo bergamasco, ho la pelle nera e so bene cosa significa la fatica, il sacrificio”.

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