Prendete un’immagine (per la precisione, un dipinto), beh… chissà quante volte vi sarete messi lì ad osservarla per cercare di trovare al suo interno una seconda figura nascosta (perché, diciamocela tutta, chi in qualche occasione non ha mai provato a fare questo particolare gioco?). Ma se dietro a questo semplice passatempo ci fosse una scoperta che rivoluzionerebbe la storia dell’arte? Cara e vecchia Gioconda: già, avete capito bene, nientemeno che una delle più grandi opere di Leonardo potrebbe celare un segreto davvero unico e singolare. Ne è convinta Annalisa Di Maria, studentessa d’arte a Novara in passato, una passione per il disegno e appunto per Leonardo fin dall’infanzia e da qualche tempo trasferitasi dalla Lombardia a Domodossola. “Tutto è nato qualche settimana fa – racconta – Un mio amico ingegnere, Ivan Ferro, si diverte con il fotoritocco, inserendo dei personaggi nei dipinti celebri. Così, un giorno mi ha inviato proprio la Gioconda, mettendo al suo interno e nascosto il pirata Jack Sparrow”. E mentre, allora, la giovane Annalisa stava cercando di individuarlo, ecco la scoperta. “Guardando, infatti, sulla spalla della donna ritratta da Leonardo Da Vinci ho notato un velo chiaro che esce dal vestito, su cui vi sono giochi di luci e ombre – continua – Ed è qui che ho scorto un naso e due occhi”. Un effetto ottico involontario? L’autoritratto dello stesso Leonardo? Oppure altro? “Più la terza ipotesi – spiega Di Maria – Inizialmente ho pensato anche io che fosse un autoritratto, ma poi con Ivan abbiamo trovato un busto di Platone (quello dei Musei Vaticani) e abbiamo provato a sovrapporlo. Non è un mistero, infatti, che ai suoi tempi, Firenze grazie a Marsilio Ficino era diventata il punto di riferimento per il neoplatonismo e Platone era considerato il prototipo del saggio, tanto che una sua statua era presente nell’accademia neoplatonica voluta da Cosimo e situata nella villa medicea di Careggi. Per questo c’è la possibilità che si tratti di Leonardo effiggiato nei panni di Platone e che quel volto vuole essere un messaggio che Leonardo dà, ossia guardare l’opera con occhi platonici”. Cioè la Gioconda non è un ritratto, ma nel viso di quella donna immaginaria incarnava le sue idee di bellezza e perfezione. “E pensando al mito della biga alata – conclude – potrebbe rappresentare, dunque, l’idea di reincarnazione e di rinascita che lo stesso Leonardo aveva. Per ora, comunque, è un’ipotesi (lo ribadiamo), però una possibilità concreta e specifica. Stiamo continuando ad approfondirla in ogni suo singolo dettaglio, per avere delle risposte che siano sempre più precise e mirate a riguardo”.