Riccardo Maino, 18 anni campione di ginnastica artistica affetto da sindrome di down, ha incontrato nei giorni scorsi il suo idolo Jury Chechi. Il sogno è diventato realtà.
"Tu chiamale se vuoi emozioni”. Se è vero, infatti, che in ogni canzone c’è sempre qualcosa della nostra vita, beh... alla fine chissà che a Riccardo Maino non sia venuto in mente proprio il grande Lucio Battisti. Il sogno che diventa realtà: eh sì, perché sabato scorso Ricky ha incontrato il suo idolo fin da bambino. “Ciao Jury”, la voce era rotta dall’emozione, sul volto e negli occhi quel mix di gioia e curiosità mista ad un pizzico di agitazione e nel cuore l’eccitazione tipica dei giorni che niente e nessuno potrà mai cancellare dalla tua memoria e che entreranno di diritto nei primi posti dell’album personale dei ricordi. Il tuo campione dei campioni (“Lo straordinario, l’unico, l’eccezionale Jury Chechi - il giorno dopo, il 18enne di Busto Arsizio ancora fa fatica a crederci”), lì con te; il lungo abbraccio, la stretta di mano, le risate, quattro chiacchiere e poi qualche esercizio assieme... “E’ stato un pomeriggio fantastico - racconta mamma Marinella - Riccardo era contentissimo, non stava più ‘nella pelle’ quando ha saputo che saremmo andati al ‘Festival dello Sport’, in programma all’autodromo di Monza e che avrebbe avuto l’opportunità di conoscere Jury. Davvero un’emozione indescrivibile per tutti: io e mio marito vogliamo ringraziare l’assessore di Regione Lombardia Antonio Rossi per la grande disponibilità e un grazie immenso a Jury Chechi per avere realizzato il desiderio di nostro figlio. E’ una persona fantastica, un campione nello sport e nella vita: si è intrattenuto con Ricky per diverso tempo, hanno parlato, hanno scherzato, si è informato sulla carriera sportiva che sta portando avanti e gli ha addirittura regalato una maglia, a ricordo del bellissimo incontro, con tanto di dedica e autografo”.
RICCARDO MAINO, LA VOLONTA' PIU' FORTE DI TUTTO
Quando campione si diventa con il cuore, l’impegno e la passione. Quando campione vuol dire lottare e provarci sempre, anche se di fronte ti sembra di avere ostacoli insormontabili e difficili da superare; anche se quell’ostacolo si chiama sindrome di down. E Riccardo Maino, alla fine, ce l’ha fatta, anzi ha fatto