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Sport

Cento volte... Giro

Il Giro d'Italia del centenario. L'emozione e lo spettacolo dell'arrivo in Piazza Duomo, ai piedi della Madonnina. La 'corsa rosa' ha conquistato proprio tutti.

Tradizionale arrivo ai piedi della Madonnina, in Piazza Duomo a Milano, per la centesima edizione del Giro d’Italia. Quando Mauro Vegni, direttore della Corsa Rosa, ha disegnato il percorso di questa edizione celebrativa, pensava a una premiazione del vincitore scenografica, a un bagno di folla, ma di certo non si aspettava che facesse così caldo, ma soprattutto che il vincitore del Giro si sarebbe deciso in questa ultima, 21esima tappa, una cronometro individuale di 29 chilometri con partenza all’interno dell’Autodromo di Monza e arrivo nel centro del capoluogo meneghino. Non una passerella, ma uno scontro all’ultimo secondo in partenza dalla curva Ascari. Lo sapevano, il “nostro” Vincenzo Nibali e il rosa-vestito Nairo Quintana, appena il countdown ha segnato la partenza della loro corsa contro il tempo, che questo Giro non sarebbe stato loro. L’ha spuntata, infatti, il giovane Tom Dumoulin, classe 1990, il primo olandese nella storia a vincere la ‘corsa rosa’. Stupisce, tuttavia, che in una delle annate più dure, segnata da tappe di montagna davvero impegnative che hanno letteralmente succhiato via le energie ai corridori, a vincere sia stato non uno scalatore puro (come Quintana, arrivato secondo) o un passista forte in salita (come Nibali, terzo), ma un cronoman che ha deciso di allenarsi sulle pendenze, capace non solo di resistere agli attacchi avversari, ma anche di spingersi in là, davanti a tutti, come a Oropa. Dopo il bagno di folla di Piazza Duomo, senti certe dichiarazioni di Dumoulin e pensi che, oltre a esserselo meritato come atleta, questo Giro100 se lo meriti anche come uomo: si sente un ragazzo che va forte in bicicletta, ma spera che la sua vita non cambi e che possa continuare a parlare tranquillamente con la gente per le vie della sua Maastricht. Che è un po’ il bello di questo sport: constatare quanto i ciclisti siano eroi sulle due ruote, capaci di imprese epiche, concesse solo a pochi uomini, e quanto invece siano ragazzi normalissimi una volta sganciati gli scarpini dai pedali. Come Michele Scarponi, ricordato in tutte le 21 tappe, sia dal pubblico con striscioni e poster, sia dai corridori, che gli hanno dedicato salite e vittorie. In questa giornata, per serie questioni di sicurezza, le transenne tra il pubblico e questi eroi così ‘normali’ ci sono eccome, ma nel momento in cui la corsa finisce e Nibali corre a salutare sua figlia, Quintana sorride (finalmente) con i compagni di squadra, e Dumoulin abbraccia e bacia la sua compagna dopo la vittoria, lo vediamo: tutti loro, sono molto più vicini a noi di ogni altro giorno di questo Giro100. (Foto di Alessandro Chiodini)

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