Una lettera firmata da 60 cittadini è stata protocollata in Comune. Si chiede che si verifichi la situazione di via Friuli, là dove c'è il ritrovo della comunità pakistana.
Una lettera firmata da circa una sessantina di cittadini. L’hanno protocollata direttamente in Comune nei giorni scorsi, “Perché così non si può andare avanti. Bisogna fare qualcosa e subito; serve che i nostri amministratori intervengano”. Un foglio, dunque, poche righe, ma chiare e precise che arrivano dalla via Friuli e dalla zona attorno, là dove (in alcuni stabili) c’è il ritrovo della comunità pakistana. “Utilizzano la struttura a fini di preghiera e di incontro religioso – spiega chi vive in quella zona (i firmatari appunto della lettera indirizzata al sindaco di Castano Primo e all’attuale Amministrazione comunale) – Nello specifico, durante la settimana e soprattutto il sabato e la domenica decine e decine di automobili sono parcheggiate lungo la strada, rendendo di fatto quest’ultima (che non ha indicazioni di posteggio sul percorso) difficilmente transitabile e con evidenti problemi di viabilità e sicurezza. All’interno dello stabile, poi, si possono contare almeno 60/70 persone ogni volta durante il weekend e molte di più, invece, quando siamo nel periodo delle loro festività religiose, raccogliendo evidentemente anche residenti che arrivano da fuori città”. Ma non sono solo le questioni dei veicoli in sosta o del numero dei presenti sulle quali i cittadini vogliono si ponga l’attenzione. “Nel momento del Ramadan, infatti, la gente all’interno della struttura di via Friuli canta ad alta voce fino a notte inoltrata; va avanti per ore ed ore, oltre le 4 del mattino, obbligando noi che abitiamo lì a chiudere le imposte e le finestre per evitare di essere disturbati. Ancora, in questo periodo l’associazione che raccoglie la comunità pakistana castanese sta effettuando dei significativi lavori edili all’interno dello stabile e considerato l’impatto urbanistico delle opere, vorremmo conoscere quali sono le finalità del progetto. Riteniamo, dunque, sia per motivi di ordine pubblico sia per ciò che concerne la viabilità e la sicurezza, nonché per il disturbo arrecato alla nostra quiete, che sia necessario un intervento degli attuali amministratori e degli appositi uffici comunali”.