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Turbigo, Galliate

Giovane annega nel Ticino

La tragedia oggi al ponte di ferro tra Turbigo e Galliate. Un ragazzo entra in acqua per fare il bagno, ma non riesce più ad uscire. Sul posto diversi mezzi di soccorso.

Il caldo di questi ultimi giorni, un paio di amici conosciuti poco prima sul treno e la ricerca allora di un po’ di refrigerio e frescura in acqua. Un pomeriggio di spensieratezza e relax sulle sponde del fiume Ticino, quattro chiacchiere, qualche bagno e poi di nuovo a casa. Ma all’improvviso ecco la richiesta di aiuto. “C’è un ragazzo in difficoltà”. “Presto, chiamate i soccorsi. E’ là, sta annaspando, correte”. La voce dei tanti bagnanti che puntualmente si ritrovano proprio lì, sotto al ponte di ferro al confine tra Turbigo e Galliate (in provincia di Novara) si è fatta col passare dei minuti sempre più forte. Non c’era tempo da perdere, bisognava intervenire. Ogni istante, ogni secondo poteva essere prezioso e fondamentale. Così, in men che non si dica, ecco che sul posto sono arrivati diversi mezzi di soccorso. I vigili del fuoco volontari del distaccamento di Inveruno, i sommozzatori di Milano, quindi gli agenti della polizia locale di Turbigo e i colleghi di Galliate, un’ambulanza della croce azzurra di Buscate e due elicotteri (uno degli stessi pompieri e l’elisoccorso), l’automedica, fino ai carabinieri della caserma di Castano Primo: un ingente dispiegamento di uomini, insomma, che subito si sono messi al lavoro per raggiungere il corpo di quel giovane e riportarlo sulla terra ferma. Le operazioni sono durate alcuni minuti, in quel punto (proprio sotto al ponte al confine tra Lombardia e Piemonte), infatti, ci sono alcuni mulinello e serve particolare attenzione nel muoversi all’interno del fiume. Ma, alla fine, i soccorritori sono arrivati al ragazzo, che è stato trasportato a riva. Le sue condizioni erano molto serie; si è fatto tutto il possibile pur di salvargli la vita, il personale medico gli ha praticato il massaggio cardiaco, anche grazie all’ausilio delle apposite apparecchiature, però purtroppo tutto è stato inutile. Non c’era più nulla da fare, il suo cuore aveva già smesso di battere e così ai soccorritori non è rimasto che costatarne il decesso, attivandosi contemporaneamente per identificarlo (da quanto si è saputo negli attimi appena successivi alla tragedia, pare che il ragazzo non avesse con sé alcun documento; comunque, almeno dai primi riscontri, dovrebbe essere di origine marocchina). “Un dolore immenso. E’ terribile ciò che è successo – raccontano due giovani, anche loro di nazionalità marocchina; due ragazzi che la vittima aveva conosciuto qualche istante prima – Io e mio fratello eravamo sul treno e stavamo raggiungendo Turbigo per trascorrere qualche ora di svago e tranquillità quando, alla stazione di Galliate, è salita questa persona. Si è seduta accanto a noi, abbiamo scambiato un paio di parole (Di dove sei? Da dove vieni? Dove stai andando?) e l’abbiamo invitato a trascorrere il pomeriggio assieme. Una volta arrivati a destinazione, allora, siamo scesi sotto al ponte di ferro e ci siamo sistemati davanti all’acqua. Quattro chiacchiere, qualche risata e poi siamo entrati a fare il bagno. Ci stavamo divertendo, ma all’improvviso lo abbiamo sentito urlare. Chiedeva aiuto, era in difficoltà, stava annaspando, abbiamo cercato di raggiungerlo per portarlo in salvo e nel frattempo sono arrivati i soccorsi. Abbiamo pregato che potesse farcela, ci abbiamo sperato fino all’ultimo, però niente purtroppo. Non si può morire così. Lo avevamo appena conosciuto è vero, comunque ci eravamo trovati fin da subito in sintonia. Non abbiamo parole, siamo distrutti”. (FOTO ELIUZ PHOTOGRAPHY)

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