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Si aprono le porte all'accoglienza

Mentre la politica dei ‘no’ non è riuscita a trovare soluzioni alternative ed il flusso dei migranti non si ferma, il territorio si appresta ad ospitare 300 rifugiati. Non è un’ipotesi, ma una certazza che il Prefetto di Milano ha comunicato ai Sindaci delle aree di Legnanese, Villoresi e Castanese. L’incontro ufficiale è avvenuto lo scorso 12 maggio: tutti i Sindaci della nostra area, che comprende circa 300.488 abitanti, sono stati invitati a Legnano per capire come gestirne l’arrivo e la dislocazione nei prossimi mesi. L’intenzione primaria era di collocarli presso l’ex caserma Cadorna di Legnano. “La caserma è però in cattivo stato ed i profughi sarebbero stati alloggiati in una tendopoli costruita apposta, ma sempre in un contesto poco integrato”. Una soluzione sicuramente poco consona, che ha spinto subito il sindaco legnanese Alberto Centinaio a coinvolgere tutto il territorio. “Si è deciso così di riunire i sindaci, i decani ed i responsabili di Caritas Ambrosiana per chiedere disponibilità per cercare soluzioni alternative che portino ad un’accoglienza diffusa sul territorio”. In un certo senso, dove le Istituzioni latitano... ecco che si cerca aiuto nelle Parrocchie. Un invito che non è caduto nel vuoto e che più volte è stato espresso e richiesto con forza e decisione da Papa Francesco e dall’Arcivescovo di Milano Angelo Scola. Il Santo Padre, spesso anche con i suoi pellegrinaggi (come a Lesbo in Grecia), ha più volte sollecitato l’Europa a risvegliare i valori che l’hanno creata e a guardare con coraggio al futuro. “All’incontro sono intervenuto anche io - ci racconta don Franco Roggiani, responsabile spirituale della Caritas del Decanato di Castano Primo - ed ho presentato una proposta arrivata da alcuni casatesi per coinvolgere la gente con un’accoglienza diffusa. Bisogna superare le paure e risvegliare le nostre comunità come avvenne dopo il disastro di Chernobyl”. La proposta emersa, e già anticipata da molti parroci durante le Messe della scorsa domenica, è quindi quella di cercare alloggi e appartamenti sfitti da destinare all’accoglienza. Un sistema strutturato, sicuro, organizzato, per evitare assemblamenti poi difficili da integrare (come i 100 profughi attualmente a Magenta). Il singolo cittadino che ha un appartamento libero può segnalarlo al proprio parroco che passerrà il contatto a Caritas Ambrosiana. Se la struttura è a norma, si valuterà l’affitto dell’immobile (ad un prezzo concordato oltre al rimborso delle utenze), che sarà pagato dalla comunità parrocchiale di appartenenza “coinvolgendo con raccolte fondi ed iniziative benefiche”. “La componente burocratica - spiega don Franco - sarà invece a gestione delle cooperative Caritas. In parrocchia invece, con l’aiuto di volontari, si cercherà di coinvolgere ed integrare le persone”. I rifugiati sono tutti ‘censiti’, ovvero persone che per motivi politici o umanitari possono richiedere l’ospitalità e rimarranno per un periodo massimo di due anni. Stutture parrocchiali libere, al momento, si segnalano ad Arconate ed Inveruno, ma in ogni paese ognuno potrebbe fare il suo. Nessuno, ovviamente, vuole che questo sia uno ‘scarica barile’ alle Parrocchie, ma sarebbe auspicabile che le Istituzioni ed i Comuni collaborino e si attivino prima che il Prefetto imponga decisioni non rifiutabili.

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