Inverunese di nascita e castanese d’adozione: il trionfo a Modena ispirandosi alla serie di ‘Baywatch’.
C’è chi per hobby corre e chi dipinge, c’è chi indossa le scarpette da punta e chi i guantoni da box. Lei no: il suo fedele alleato è una cremina che azzera gli effetti “scivolosi” del sudore e per hobby sale su un palo metallico (che non è proprio così: i pali sono di due tipi, uno fisso e uno girevole, usati per figure molto diverse tra loro). Lei si chiama Roberta Garavaglia, inverunese di nascita ma castanese d’adozione, ha 28 anni e ha vinto la categoria avanzato dell’Italian Pole Dance Contest. “La pratico da un anno e mezzo. Di questa disciplina mi ha attirato molto il fatto che fosse spettacolare: dopo tanti anni di danza, avendo dovuto smettere per il lavoro, avevo perso la spinta. Ho visto nella pole dance qualcosa che avrebbe potuto diventare una passione simile, è infatti lo è diventata”. La coreografia che ha portato Roberta sul gradino più alto della competizione nazionale, che si è tenuta a Modena, è stata ispirata al mitico telefilm degli anni ‘90 Baywatch: “L’idea per il pezzo della gara è venuta alla mia insegnante, sapendo che per lavoro faccio sia la bagnina che l’istruttrice di nuoto. La musica già avrebbe detto tutto”. E pensare che quando l’hanno proclamata vincitrice lei era a prendersi un panino, dopo giorni di digiuno da ansia da prestazione. “Per prima cosa ho cercato di realizzare se per caso in gara con me non ci fosse un’altra Roberta Garavaglia! Quando ho capito che non era così sono scoppiata a piangere, non ci potevo credere”. Grande la soddisfazione alla Pole Dance Virtude di Trecate di Erica Vestali, visto che la scuola si è aggiudicata con un’altra allieva anche il primo premio nella categoria base. “Siamo state ripagate del duro lavoro. Non sembra, ma io personalmente ci ho messo sei mesi a prepararmi, anche perché era la mia prima gara, ci tenevo a fare bene. Anche se non avrei immaginato così bene! Non ti ci improvvisi: è molto faticoso e bisogna allenarsi per avere il fiato di arrivare fino in fondo alla coreografia”.