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Attualità

Le delusioni del vertice FAO

Dei 44 miliardi richiesti, gli stanziamenti previsti sono pari a zero

Che le aspettative non fossero delle migliori, lo si era capito già da alcune settimane fa, tanto che il direttore della FAO Diouf si era spinto a uno 'sciopero della fame' provocatorio. Ma la 'passerella' di questi giorni a Roma, unito ai propositi di Cina e Usa di non scendere a compromessi per la riduzioen dei gas serra, segna un drammatico risveglio dopo i buoni propositi degli ultimi mesi. Ora che la crisi economica sembra in via di miglioramento, i Paesi Ricchi tornano a pensare a sè stessi, alle proprie economie e alle proprie ambizioni di grandezza. Tutti i discorsi su un'economia solidale, più etica e democratica vengono lasciati all'unica verità presente al vertice di Roma sulla Fame nel Mondo: Papa Benedetto XVI, che con parole accorte ma decise risveglia le popolazioni da un problema che si voleva dimezzera nel 2000 e che ora viene rimandato ad un 'prima possibile'. Se fino a qualche anno fa c'era la speranza di elimare la fame nel mondo per il prossimo 2025, ora non sembre nemmeno più importante porre delle basi e della date. Ogni giorni muoiono infatti 17.000 persone, una ogni 5 secondi. Per debellare questo 'cancro' del nostro tempo basterebbero 44 miliardi di stanziamenti, poco meno di un terzo dell'intera cifra annua spesa negli armamenti militari nel mondo.
I 600 delegati di organizzazioni contadine, di agricoltori, pescatori, donne, giovani indigeni e Ong internazionali riunite alla 'Città dell'altra economia' per il Forum parallelo al Vertice della Fao hanno espresso grande delusione per la dichiarazione approvata. "Il modello di sviluppo e le politiche agricolo-alimentari fin qui perseguito - ha sottolineato in una nota il presidente dell'Associazione Ong italiane Sergio Marelli - hanno fatto sì che negli ultimi due anni il numero degli affamati crescesse di 200 milioni. Il prezzo pagato per ottenere il voto favorevole di Usa, Canada, Australia e degli altri paesi del G8 è troppo alto".
Si poteva pensare a un mondo diverso, ma forse, proprio per come è successo per la crisi economica, rischieremo di svegliarci quando sarà troppo tardi.

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