Una testimonianza forte, sincera, ‘vera’. Direttamente dal cuore della catastrofe di Chernobyl, in Ucraina, che esattamente trent’anni fa scosse il mondo con l’incubo radiottivo. Ma se per molti di noi è un episodio degno dei libri di storia, per le popolazioni locali è una drammatica attualità che continua a mietere vittime innocenti. Dopo una visita a Cuggiono già sei anni fa, è tornato ad incontrare i cuggionesi uno dei medici più fortemente impegnati nel curare e raccontare questa tragedia, il professor Yuri Bandazhesky, anatomopatologo presso il Centro ‘Ecologia e Salute‘. Ad accompagnarlo, Massimo Bonfatti dell’ associazione ‘Mondo in Cammino’: “Fino a dieci anni fa la nostra associazione ha cercato di far ospitare a famiglie italiane molti bambini delle aree dell’Ucraina interessate - ci spiega - Per circa un mese all’anno, siamo riusciti ad offrire soggiorni salubri a circa 250 bambini e bambine, fino ai 13 anni, permettendogli di soggiornare in luoghi più salubri ed accoglienti. Negli anni abbiamo ospitato anche molti bambini sfuggiti alla tragedia di Beslam e dai conflitti multietnici russi”. Il noto professor Bandazhesky ha fatto tre incontri, entrambi molto suggestivi, per continuare a testimoniare ciò che ancora accade: sia alla scuola primaria che a quella secondaria, ma anche in un incontro pubblico presso la Sala della Comunità. “Il vero dramma di Chernobyl sta solo iniziando - ci ha detto - ci sono tantissime patologie da studiare e curare, per questo risulta complesso immaginare il futuro. Non potrà mai dimenticare quel giorno, ero in un’università di una città poco distante, non vi era vento, ma l’aria era strana e gli uccelli volavano e si agitavano in un modo che non dimenticherò mai”.