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Cuggiono, Salute, Sociale

Chernobyl trent'anni dopo

Una tragedia che spaventò l'Europa e che per un'intera popolazione fu l'inizio di un calvario di cui, ancora oggi, non si intuisce la fine. Il disastro nucleare di Chernobyl, in Ucraina, fu tra gli eventi più drammatici di fine secolo, ma le radiazione che si diffusero segnarono per sempre molto più che una generazione.
Per capire cosa è cambiato, a 30 anni di distanza, un incontro di altissimo livello si terrà questa sera, 17 marzo, presso la Sala della Comunità dell'Oratorio di Cuggiono. Con ingresso libero alle 21, un'iniziativa coordinata da moltissime associazioni locali, vedrà la partecipazione di Yury Bandazhevsky.
Yuri Ivanovich Bandazhevsky, medico bielorusso, autore di oltre 240 lavori di ricerca, dopo il disastro di Chernobyl intuisce le esatte dimensioni della tragedia. Le sue ricerche riescono a dimostrare gli effetti nel tempo dell’esposizione continua a basse dosi di radionuclidi. Membro di numerose Accademie nazionali ed internazionali, riceve diversi riconoscimenti per le sue ricerche in ambito medico ed anatomo-patologico.
Il 18 giugno 2001 Bandazhevsky è condannato da un tribunale militare a otto anni di lavori forzati con la possibilità di vedere una volta ogni tre mesi la moglie. Un vasto movimento di opinione internazionale interviene a suo sostegno e Amnesty International lo riconosce come “prigioniero di coscienza”. In seguito alla mobilitazione diplomatica di
diversi Paesi europei viene liberato il 15 agosto 2005.

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