“La più sorprendente combinazione di penetrazione filosofica, intuizione fisica e abilità matematica”. Niente, meglio delle parole di Max Born (non esattamente un signor nessuno) riassume la straordinaria portata scientifica della teoria della relatività generale. Una rivoluzione che spegne, oggi, cento candeline.
Esattamente un secolo fa, infatti, l’allora direttore dell’Istituto di fisica all’Università di Berlino, il trentasettenne Albert Einstein, presentava all’Accademia prussiana delle scienze una bizzarra equazione di campo che legava tra loro, in modo del tutto inusitato, geometria dello spazio-tempo, velocità della luce e forza gravitazionale.
Pochi mesi più tardi, il 20 marzo 1916, Einstein pubblicò i dettagli sulla rivista Annalen der Physik, in un articolo intitolato Die Grundlage der allgemeinen Relativitätstheorie (La base della teoria della relatività generale). Cinquantaquattro pagine che avrebbero cambiato completamente i connotati della fisica, il mondo, la nostra vita.
Ne parla giovedì 4 febbraio ore 21, a Le Radici e le Ali, via San Rocco 48 – Cuggiono,
Mario Agostinelli già ricercatore al centro ricerche di Ispra , presidente della associazione Energia Felice.