A causa della siccità record registratasi nell'autunno appena concluso, il fiume Po impensierisce gli agricoltori. Il livello idrometrico è pari alla stagione estiva.
A causa della siccità record registratasi nell'autunno appena concluso, il fiume Po impensierisce gli agricoltori. Dal Piemonte alla Lombardia, dall'Emilia al Veneto il più grande fiume italiano sta destando preoccupazione con un livello idrometrico sostanzialmente pari a quello avutosi nella stagione estiva; il livello del Po è più basso di quasi 2 metri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Coldiretti è impegnata nel monitoraggio presso il Ponte della Becca, Pavia, dove la situazione è particolarmente difficile per le coltivazioni del riso e del mais. La valutazione è unanime: questa situazione avrà sicure ripercussioni in primavera quando non ci sarà acqua di riserva anche in conseguenza del fatto che in montagna non nevica. "I fiumi e di riflesso l'intero Sistema ambientale sono a rischio – ha commentato il Presidente del Consorzio Alessandro Folli in un'intervista rilasciata al TG1 e trasmessa nell'edizione delle 20 dello scorso 17 dicembre. Folli sottolinea quanto l'acqua, che sta mancando in queste settimane, sia estremamente necessaria non solo per l'agricoltura ma anche per scongiurare il rischio idrogeologico e per tutte le altre funzioni di carattere ambientale. Anche il presidente dell'ANBI Francesco Vincenzi, in un comunicato diffuso in queste ore, ha voluto sottolineare l'urgenza di interventi qualificati: "Torniamo a ribadire la necessità di un Piano Nazionale degli Invasi, capaci di trattenere le acque in eccesso da utilizzare nei periodi di magra, evitando al contempo fenomeni alluvionali sui centri abitati. Sarebbe questa la testimonianza di un Paese, che opera concretamente per il proprio futuro, non limitandosi a vivere, scrutando il cielo: dal gran lavoro della Struttura di Missione #italiasicura si deve passare a #italiavirtuosa.