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Castano Primo

"La semplicità, la forza della città"

A ormai due mesi dal suo arrivo a Castano, intervista al nuovo parroco don Piero Visconti. Parlando delle prime sensazioni, del presente e del futuro della comunità.

Una più profonda, l’altra invece più materiale. «Che cosa l’ha colpita subito al suo arrivo in città?» . Non è facile rispondere, in fondo in due mesi è ancora un tempo troppo breve, ma comunque don Piero proprio da queste due considerazioni vuole partire per raccontare le sue prime settimane a Castano. “La semplicità, come amo definirla io quella buona della gente è certamente il punto di forza del paese – spiega – Ho riscontrato tra i castanesi tanta disponibilità e collaborazione; una comunità attiva e presente che ha voglia di fare. Poi, per quanto concerne il territorio vero e proprio, sono stato fin dall’inizio affascinato dalla piazza Mazzini: si dice sempre che appunto le piazze siano il cuore pulsante di una città, qui forse più che in altre realtà. Un luogo vissuto quotidianamente, dove le persone si ritrovano, chiacchierano e stanno assieme. Ancora, la chiesa parrocchiale di San Zenone e la Madonna dei Poveri, due punti di riferimento importanti e di straordinaria bellezza. Giorno dopo giorno, adesso, imparerò a conoscere anche tutto il resto e sono sicuro che sarà una straordinaria esperienza”. Don Piero Visconti è arrivato a Castano agli inizi di settembre (il nuovo parroco appunto di San Zenone e responsabile della comunità pastorale Santo Crocifisso) per succedere al prevosto don Giuseppe Monti (andato in pensione) e piano piano dunque sta cominciando a rapportarsi con la popolazione ed il paese. “Ho trovato un territorio in movimento, è questo è certamente un elemento positivo e fondamentale – continua – Tante, infatti, le iniziative che vengono organizzate periodicamente. Si percepisce subito l’impegno e la passione che i castanesi mettono nelle varie attività che svolgono. C’è complicità, condivisione e collaborazione gli uni con gli altri. Qualche idea su come impronterò l’attività? Da una parte continueremo a percorrere la strada già ben avviata, dall’altra faremo le necessarie valutazioni passo dopo passo in sinergia con gli altri sacerdoti e con tutta la comunità. Importanti saranno comunque l’ascolto e il contatto pieno e diretto con i cittadini; quindi il recupero delle motivazioni fondamentali dell’attività pastorale, guidati dal Signore per costruire e crescere insieme. E, infine, i giovani che dovranno essere parte attiva nella vita comunitaria, sentirsi partecipi e protagonisti; sono loro il presente e soprattutto il nostro futuro”.

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