La 74enne Giovanna Lodrini tra i finalisti del Festival delle Lettere. "Ho partecipato con un testo che racconta di persone e fatti realmente accaduti - spiega la turbighese".
Dicono che la scrittura sia lo specchio dell’anima. Scrivi e trasmetti emozioni, sentimenti e sensazioni. Ma chissà quante volte magari prendendo in mano carta e penna oppure mettendovi lì alla testiera di un computer, vi sarete domandati: “E adesso…?”. “Come comincio? Cosa racconto?”. Non la turbighese Giovanna Lodrini, però. Già, perché la sua lettera oggi è tra le finaliste dell’undicesima edizione del Festival appunto delle Lettere, nella categoria lettera a tema libero. “Una soddisfazione e una gioia immensa – racconta la 74enne, esperta grafologa e appassionata di scrittura – E’ ormai da diversi anni che partecipo a questa iniziativa (ricordo ancora la prima volta che mandai un mio testo; c’era tra coloro che dovevano giudicare anche una grafologa che si sarebbe espressa sulla lettera più sincera: così mi sono detta che quella sarebbe stata l’occasione per prendere parte al concorso) e adesso allora essere arrivata fino in fondo è un risultato straordinario”. Iscritto, dunque, nella categoria Lettera a tema libero, il lavoro della 74enne di Turbigo è stato il frutto di mesi e mesi di impegno, concentrazione e bozze. “Metti giù una prima stesura – spiega – Poi la rileggi e la modifichi; di nuovo un secondo testo, altre correzioni e cambiamenti, fino a quando arrivi a quello definitivo. Di che cosa parlo nel mio scritto? E’ una lettera vera, nata da episodi vissuti direttamente e da persone incontrate. Nello specifico racconta di questo ragazzo (tra i partecipanti ad uno dei corsi organizzati dall’Auser al quale ero presente anche io), di quello che ci ha trasmesso durante le ore di lezione (lui che ha scelto di convertirsi alla religione buddista), ma anche di alcuni momenti, essendo entrambi turbighesi, che mi sono rimasti impressi nella memoria della vita quotidiana e di quando per caso ci si incrociava lungo la strada. C’è il passato e il presente, alla fine, che si mischiano assieme. Nomi e posti, inoltre, sono corrispondenti alla realtà, l’unica cosa che invece ho deciso di modificare è stato il paese, scegliendone un altro sempre comunque nel nostro territorio. E una volta conclusa, infine, ho inviato la lettera al concorso e una copia l’ho data contemporaneamente a questa persona”. In attesa, ora, dell’ultimo verdetto: domenica 11 ottobre, dalle 16 al teatro Litta di Milano.