Intervista a Carlo Valloni, dal 2001 presidente dell'Acf Turbigo
Il suo è un calcio al... femminile, perchè, non solo è un grande tifoso e sostenitore dell’Acf Turbigo, ma perchè, di questo gruppo, ne è il fondatore ed il presidente. Stiamo parlando di Carlo Valloni, ‘numero uno’ della società di calcio ‘in rosa’ turbighese che, qualche giorno fa, abbiamo avuto il piacere di conoscere e con il quale ci siamo intrattenuti, tra ricordi, aneddoti e progetti. “E’ iniziato tutto per caso - dice Valloni - Lo ricordo come se fosse ieri. Era l’aprile del 2000, un carissimo amico, Giancarlo Lanzarin, che ha una figlia, Sara, in quel periodo giocatrice nel Milan femminile (categoria Esordienti), mi ha invitato a vedere una partita e, sulla strada del ritorno, spinto da questo amico, mi sono detto: ‘Perché non dare vita ad una società femminile?’. All’inizio, semplicemente, un sogno, o come mi piace definirla, un’idea, forse folle, difficile da realizzare, oggi, invece, una realtà. Non avevo praticamente niente e non sapevo neppure da che parte iniziare. Ho deciso, comunque, di mettermi ‘in gioco’ e, dopo tre mesi di contatti nelle scuole, di incontri, di intenso lavoro e di pubbliche relazioni, il piccolo miracolo era compiuto e poteva nascere una squadra giovanile di undici giocatrici da iscrivere nel Campionato Regionale, categoria Giovanissimi. Un traguardo ambizioso ed importante e, per tutto questo, devo dire grazie a quelle persone che mi hanno aiutato e che continuano a farlo, credendo nel progetto”. Ormai quasi nove anni: le emozioni più belle? Come si dice, un ricordo speciale? “Ce ne sono tanti - continua - ognuno occupa un posto particolare nel mio cuore. Dopo i primi anni, chiamiamoli, di rodaggio, siamo cresciuti, tutti, dalle atlete, fino ai dirigenti ed anche io stesso. E lo abbiamo fatto insieme, collaborando e lavorando per lo stesso traguardo. Che è ciò che più conta, togliendoci diverse soddisfazioni”. Essere presidente: un compito facile, come dice qualcuno, o difficile, come, invece, sostengono altri? “E’ un ruolo facile e difficile, nello stesso tempo - afferma Valloni - A mio modo di vedere, nel calcio e, in generale, nello sport, il presidente deve essere una persona capace di comunicare con le sue atlete, deve svolgere una funzione educativa e di crescita, cercando di insegnare alle giocatrici, oggi ragazze, che in futuro saranno donne. Importanti sono, quindi, le persone che ci affiancano, nel lavoro e nello sviluppo di un progetto finalizzato al raggiungimento di un obiettivo”. Nel 2009, o meglio, dal 2001, alla guida dell’Acf Turbigo, ma prima? “Da giovane ho sempre giocato a calcio - ricorda - e sono un grande appassionato di questo sport. Ero tesserato per l’Unione Sportiva Turbighese, la squadra del mio paese, dove, tra l’altro, ho ricoperto, per un anno circa, anche l’incarico di dirigente”. Progetti, sogni nel cassetto e traguardi? “Andare avanti e crescere sempre con lo stesso spirito che ci ha animato in questi, ormai, nove anni”.