Giovedì pomeriggio un ragazzino ha rischiato di annegare nel Naviglio. Il racconto di Marco Crotti, il 24enne che è riuscito a salvarlo. "Non sono un eroe. Ho solamente fatto quello che tutti dovrebbero fare se qualcuno è in difficoltà o in pericolo - dice".
Se non fosse stato per lui, quasi certamente oggi saremmo qui a raccontare un epilogo purtroppo differente. Ma non chiamatelo eroe, perché come ci tiene a sottolineare: “Alla fine mi sono comportato come chiunque dovrebbe fare vedendo un’altra persona in difficoltà”. Il giorno dopo quando ripensa a quegli istanti, a quando ha visto quel ragazzino in pericolo nel Naviglio, Marco Crotti è più che mai convinto: “Lo rifarei altre cento, mille volte”. Le 17 circa di giovedì, il 24enne turbighese sta facendo una tranquilla corsa lungo l’alzaia e all’improvviso ecco che la sua attenzione è attirata da due giovani che chiedono aiuto. “Presto, correte! Il nostro amico è caduto in acqua. Ci dia una mano, chiami qualcuno”. “L’ho praticamente visto finire dentro – racconta Marco – Subito allora non ci ho pensato un attimo. Mi sono guardato inizialmente attorno per capire dove fosse una scaletta dalla quale poi poter uscire e mi sono tuffato. Il ragazzo aveva il viso rivolto verso il fondo del Naviglio ed era privo di sensi, mentre sulla sponda c’erano due sue amiche che cercavano di chiamarlo ed anche una signora che nel frattempo era arrivata per provare a dare una mano”. Una, due, tre bracciate, quindi il 24enne è riuscito a raggiungerlo, portandolo in salvo sulla terra ferma. “Gli ho tenuto sollevata la testa – continua – E, intanto, con l’aiuto di un altro signore che passava di lì e che si è fermato, siamo riusciti a tornare sull’alzaia, affidandolo successivamente alle cure del personale medico che ci ha prontamente raggiunti”. Soccorso sul posto dai volontari della croce azzurra di Buscate (con loro gli agenti della polizia locale del comando cittadino e i vigili del fuoco del distaccamento di Inveruno), il ragazzino è stato poi trasportato all’ospedale di Busto Arsizio per svolgere tutti gli accertamenti ed i controlli del caso. “Oggi non smetto di pensare a quei momenti – conclude Marco Crotti – Devo ammettere che è una sensazione particolare, ma non mi ritengo assolutamente un eroe, ho fatto solo ciò che dovrebbe essere normale quando ci si trova di fronte a persone che sono in difficoltà o in pericolo. Sono contento di aver potuto dare una mano e di sapere che il giovane si è salvato”.