Le centinaia di lumini blu, dedicati alla Madonna, accesi ogni anno nei giorni di fine marzo, sui gradini intorno alla 'fonte' dove si è soliti esprimere desideri, lanciando monetine nell'acqua, a fianco della piccola chiesa, sono il simbolo di una devozione mariana che continua a vivere con intensità nella comunità di Boffalora Ticino e dintorni.
Ed è proprio il 25 marzo, giorno dell'Annunciazione, a dare il via ad una serie di celebrazioni e momenti di preghiera che si svolgono presso il suggestivo santuario, circondato, per l'occasione, da festose bancarelle nella domenica e nel lunedì successivi.
Anche quest'anno moltissimi si sono recati al Santuario della Madonna dell'Acquanera, per il consueto bacio della reliquia e per sostare in preghiera davanti al sacro dipinto della Madonna addolorata, con il Figlio deposto sulle ginocchia, o per ammirare gli splendidi ex voto, di squisito gusto popolare, che furono donati alla chiesa nel secolo scorso e che raccontano, in modo semplice ed ingenuo, grazie ricevute in occasione di drammi vissuti all'interno della realtà quotidiana locale.
Immersa nel verde della campagna della vallata del Ticino, e abbinata all'omonima cascina, la chiesetta venne edificata nel 1815, come luogo di culto nei confronti della Madonna, alla quale si attribuiva un recente miracolo relativo ad un carro trainato da cavalli, precipitato nelle acque del fiume per il cedimento di un ponte su cui transitava, che aveva riguadagnato la riva portando in salvo le persone e gli animali. La tradizione popolare attribuisce alla Madonna anche il suo miracoloso intervento durante le esondazioni del Ticino, tra cui quella preoccupante del 1868, di cui è indicata l'altezza dell'acqua in una tacca commemorativa sul muro di destra all'interno della chiesa.
Oltre a poter curiosare tra libretti di santi e oggetti religiosi, grande attrazione hanno suscitato la graziosa bancarella di fiori, un'esposizione di quadri, le collane, i gioielli e i bracciali in pietre dure, la pesca di beneficenza, i dolci e le frittelle e, per i più piccoli, i palloncini colorati che ondeggiavano verso il cielo di una domenica di fine marzo insolitamente calda.