Quando fu eletto papa, il 21 giugno 1963, con il nome di papa Paolo VI, Giovanni Battista Montini disse profeticamente: “Forse il Signore mi ha chiamato a questo servizio non già perché io vi abbia qualche attitudine, ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa”. La sua acuta intelligenza gli fece intuire, sin dal primo momento, il lato più pesante di una missione densa di incognite e di tribolazioni, che avrebbe messo a dura prova il suo carattere ed anche il suo fisico. Papa Paolo VI, durante il suo pontificato, durato 15 tormentati anni, oltre ad aver portato a compimento il percorso del Concilio iniziato da Giovanni XXIII, fu il primo papa ad uscire per la prima volta al di fuori dell'Italia, usando l'aereo; compì umilmente dei passi per andare incontro alla Chiesa d'Oriente; combattè contro il divorzio che venne introdotto in Italia e soprattutto contro l'aborto; fino agli ultimi anni, durante i quali, oltre alla decadenza fisica, suscitò in lui grande dolore l'uccisione, nonostante il toccante appello a rilasciarlo vivo, dell'amico Aldo Moro. Riconosciute le sue virtù eroiche, papa Benedetto XVI lo rese venerabile il 20 dicembre 2012 e fu beatificato il 19 ottobre 2014 da papa Francesco.
Forse non tutti ricordano però l'attentato che papa Paolo VI subì il 28 novembre 1970, all'aeroporto di Manila, quando un pittore boliviano, Benjamin Mendoza, colpì con un coltello Paolo VI, appena atterrato nella capitale delle Filippine per il viaggio nel sud-est asiatico. Il pontefice rimase solo leggermente ferito grazie al provvidenziale intervento del segretario personale, mons. Macchi. Proprio quella maglietta insanguinata, indossata dal papa al momento dell'attentato, è la reliquia del Beato Paolo VI che, con un 'peregrinatio', è stata portata per dieci giorni nella zona pastorale quarta di Rho, proprio nel periodo quaresimale. Per il Decanato di Castano Primo il paese scelto è stato Cuggiono, dove, per tutta la giornata di martedì 10 marzo un flusso ininterrotto di fedeli ha potuto pregare in modo intenso alla presenza della reliquia del sangue. Diversi i momenti di preghiera guidata durante l'intera giornata, dalle lodi alla recita del rosario, dall'Angelus alle Messe, cui molte persone hanno partecipato, sostando a lungo dinanzi alla reliquia. La sera, la solenne S. Messa conclusiva presieduta da mons. Pierantonio Tremolada ha portato a riflettere le numerose persone, provenienti da tutto il Decanato, sulla figura di questo papa, schivo e riservato, considerato già 'santo' e di cui diverse persone conservano ricordi diretti, come i molti uomini e donne del nostro territorio cresimate dallo stesso cardinal Montini, poi divenuto papa Paolo VI. Una persona che rifletteva il sorriso stesso di Dio, ha sottolineato mons. Tremolada, con quel suo amore espresso nell'umile ascolto e dialogo, curando la scelta della parola, nella capacità di silenzio e concentrazione profonda, in atteggiamenti che furono a volte incompresi, provocandogli dispiaceri e sofferenze.
Nei giorni seguenti la reliquia ha continuato il suo percorso ed è stata accolta in altri paesi del nostro territorio: mercoledì 11 marzo a Castellanza, giovedì 12 marzo a Busto Arsizio, venerdì 13 marzo, per il Decanato di Magenta, a Corbetta.
Una opportunità per pregare, nel periodo di Quaresima, dinanzi alla reliquia di un grande beato che ha dedicato la sua vita totalmente al Signore e alla Chiesa, per condurre gli uomini sulla via di Cristo.