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Attualità

La fame nel mondo

Sono colpite oltre 1,02 miliardi di persone

E' una tragedia quotidiana che quasi non fa più notizia, ma uccide ogni giorno molto più di ogni altra calamità. Non se ne parla, spesso per comodità, ma forse anche per triste rassegnazione, o molto più semplicemente perchè la si sente lontana e distante dal nostro vivere comune. E, invece, la fame nel mondo continua a colpire, a crescere, a portarsi via la vita di persone innocenti che non chiederebbero altro che un po’ di cibo per continuare a sperare. Gli ultimi dati confermati dalla FAO sono purtroppo impietosi, oltre che una severa condanna per le nostre popolazioni ricche, si parla infatti di una crescita di circa il 9% rispetto allo scorso anno. Si arriva così a quasi 1,02 miliardi di persone affamate, il dato più alto dal 1970. A causa della crisi globale molti Paesi hanno subito cali generalizzati nei flussi finanziari e commerciali, la caduta verticale delle entrate delle esportazioni, degli investimenti esteri, degli aiuti allo sviluppo e delle rimesse in denaro. Ciò significa che non solo il consumo alimentare si è ridotto, ma alcuni Paesi a basso reddito con deficit alimentare hanno dovuto diminuire le importazioni di derrate alimentari, di medicine e attrezzature mediche. Secondo i recenti dati forniti dalla FAO e dal Pam (Programma alimentare mondiale), il problema della sottonutrizione si è enormemente esteso in Asia e nel Pacifico (colpendo circa 642 milioni di persone), ma si è sviluppato anche nei Paesi avanzati (con circa 15 milioni di casi). In Italia, per fare un esempio, si parla di quasi il 5,3% delle famiglie per circa 3,5 milioni di persone che vivono quotidianamente con meno soldi di quanti ne richiederebbe un’alimentazione adeguata. “I leader mondiali hanno reagito con determinazione alla crisi economica e finanziaria e sono stati in grado di mobilitare miliardi di dollari in un lasso di tempo molto breve”, afferma il direttore generale della Fao, Jacques Diouf. “La stessa azione decisa è adesso necessaria per combattere fame e povertà”. Secondo Diouf è “essenziale investire nel settore agricolo dei Paesi in via di sviluppo”. E anche in questo cosa, sarebbero auspicabile rapidità di interventi.

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