Un sorriso che infonde coraggio ai giovani.
(VIDEO) Anche nell’inferno c’è spazio per il paradiso. “Togli l’amore e avrai l’inferno. Metti l’amore e avrai ciò che inferno non è”, diceva don Pino. Padre Pino Puglisi, chiamato affettuosamente dai suoi alunni ‘3P’, sorrideva ai bambini e alle persone che incontrava camminando con le sue grandi scarpe nelle strade polverose e assolate della periferia di Brancaccio. Alessandro D’Avenia, ospite al Teatro Manzoni di Busto Arsizio, mercoledì 28 gennaio, grazie a un’iniziativa del Centro Giovanile Stoà, ha raccontato ai numerosi giovani presenti di quel sorriso, che lui stesso ha conosciuto, studente al liceo classico Vittorio Emanuele II di Palermo dove Pino Puglisi insegnava. Un sorriso disarmante che sconvolgerà il suo carnefice. “Parrì, questa è una rapina”, gli dicono, il 15 settembre del 1993, nel giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno. Don Pino li guarda, “Me l’aspettavo”, poi offre il suo sorriso. Come si fa a essere così liberi dalla morte e dal male da sorridere a chi ti sta uccidendo? Martire della mafia, come prima di lui lo erano stati Falcone e Borsellino, aveva un sorriso che era il sorriso stesso di Dio, quello di chi ti guarda e dice con quello sguardo e quel sorriso che c’è un’altra possibilità, amandoti come un figlio, perché sei molto di più del male che stai facendo. Alessandro è un giovane scrittore e un appassionato insegnante di lettere in un liceo di Milano. I suoi primi romanzi ‘Bianca come il latte e rossa come il sangue’ e ‘Cose che nessuno sa’ hanno avuto un grande successo e vengono tradotti all’estero. Nel suo ultimo capolavoro, ‘Ciò che inferno non è’, lo scrittore racconta al lettore la figura di un grande educatore, Padre Pino Puglisi, proclamato beato il 25 maggio del 2013, che, nel suo insegnamento, nello stile di ogni giorno, mostrava con coraggio la sua forza straordinaria, una forza divina. I ragazzi di cui è gremito il Teatro lo ascoltano e lo guardano, assetati di parole grandi e buone. Il mondo dei giovani, ricorda don Giovanni Patella, responsabile della Pastorale Giovanile della città di Busto Arsizio, ha bisogno di rinnovato slancio, entusiasmo, di desideri alti. Alessandro, con il suo scrivere e il suo insegnare, sta lasciando un solco importante, capace di trasmettere la passione per l’uomo e per chi l’ha creato, per i sogni veri, che richiedono sforzo e fatica, come il contadino che dissoda e ara il terreno, nel sogno di un seme che darà frutto. Nel sogno di un sorriso, che è apertura alla vita, che è desiderio di ampliarla, di essere sicuri di essere sé stessi e di scegliere, ogni giorno, ogni 24 ore, per la speranza e per ‘ciò che inferno non è’.