Un patto di filiera per tutti i prodotti della Valtellina: dalle mele al vino, dai mirtilli al miele, dalle verdure al formaggi. E’ quanto propone la Coldiretti in occasione della tappa dell’Expotour oggi a Sondrio. “La crescita del territorio – spiega Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia – non può che essere il risultato di uno sforzo comune che vede tutti i settori uniti nella medesima direzione: la promozione delle aziende, dei prodotti e del lavoro di ciascuna realtà. Credo sia possibile trovare un’intesa virtuosa con la grande distribuzione in grado di avvantaggiare tutti, consumatori compresi”.
La Valtellina – spiega la Coldiretti Lombardia – può contare su patrimonio composto da 30 milioni di chili di mele IGP, da oltre 3 milioni di bottiglie di vino DOCG, DOC e IGT, da più di 190 mila forme di Bitto Dop e Valtellina Casera Dop e da 12 mila tonnellate di Bresaola.
“Considerato che il 44% dei prodotti Dop e IGP viene venduto dalla grande distribuzione, il 33% attraverso grossisti e l’11% dai dettaglianti – conclude Prandini – è strategico coinvolgere tutte queste realtà in un progetto che garantisca da un lato la presenza delle vere produzioni italiane e dall’altro una corretta distribuzione di valore fra tutti i protagonisti: a partire dagli agricoltori fino ai consumatori. Buoni esempi sono anche quei progetti che, attraverso siti on line e sistemi logistici leggeri, mettono in relazione il mondo del turismo e della ristorazione con quello degli agricoltori facilitando l’interscambio e la diffusione dei nostri prodotti”.
Zafferano dorato, frutti di bosco blu e patate rosse e azzurre, la Valtellina riparte anche dai colori per rilanciare agricoltura e turismo. Accanto a colture tradizionali come il vigneto e le mele che occupano quasi duemila ettari tra fondovalle e montagna – spiega la Coldiretti Lombardia in occasione dell’Expotour di Sondrio – negli ultimi anni in provincia di Sondrio si stanno innestando colture legate a wellness e turismo: dai mirtilli con le loro proprietà benefiche per la salute alle varietà di patate a pasta rossa o blu per preparare gnocchi, pizzoccheri e purè colorati da presentare ai turisti in agriturismo.
“Negli ultimi due anni – spiega Ivano Fojanini, dell’omonima Fondazione– in collaborazione con l’Università della montagna di Edolo stiamo seguendo l’evoluzione dello zafferano in Valtellina, dove ci sono più di 50 agricoltori che stanno provando a farlo su appezzamenti che al massimo arrivano a 300 metri quadrati”. Lo zafferano – spiega la Coldiretti Lombardia – è una coltura delicata, che richiede molta lavorazione manuale, ma che offre buoni opportunità di guadagno perché viene venduto a circa 20 euro al grammo. Per un chilo bisogna raccogliere dai 150 mila ai 200 mila fiori.
L'uso tipico dello zafferano è per il risotto, ma esistono anche formaggi, focacce, formaggi, gelati e liquori. È inoltre utilizzato in campo erboristico e farmaceutico per l'alta concentrazione di carotenoidi, che aiutano a combattere lo stress, e per le sue proprietà che favoriscono la concentrazione. In Lombardia – spiega Coldiretti – lo zafferano è coltivato nelle province di Sondrio, Brescia, Bergamo e Mantova. In Italia, è prodotto in Abruzzo, Toscana, Sicilia, Sardegna, Puglia e Calabria.
Ma se lo zafferano è ancora una nicchia – conclude la Coldiretti – mirtilli e frutti di bosco tappezzano ormai oltre 400 mila metri quadrati di terreni, mentre per le patate (di ogni varietà e colore) si sono passati i 300 mila metri quadrati. Su tutti però regnano sempre le mele con oltre 10 milioni e mezzo di metri quadrati e i vini della Valtellina con più di 800 ettari a vigneto.