Una strage nel cuore di Parigi. Una strage nel cuore della stampa più libera ed irriverente di uno dei più accoglienti Paesi occidentali. Una strage che crea più tensione nel cuore dell'Islam che nello stesso Occidente.
Quanto avvenuto ieri mattina in pieno centro Parigi, con l'attacco militare alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo è un qualcosa che fa venire i brividi per brutalità (e le immagini rendono ampiamente ed efficacemente il senso di impotenza) ma anche per meticolosità. Charlie Hebdo era un obiettivo dichiarato del fanatismo islamico da ormai tre o quattro anni, non un obiettivo a caso, ma nonostante questo sono bastati tre uomini, in assetto militarizzato, ma a bordo di una comune auto per arrivare a 'suonare il campanello', compiere una mattanza e dileguarsi senza troppa difficoltà. Questo intimorisce: nessun precedente avvertimento, nessun 'intelligence' che abbia percepito il rischio, nessuna forza dell'ordine che sia potuta arrivare in tempo ma che nemmeno sia riuscita a bloccare gli attentatori nella fuga.
E siamo a Charlie Hebdo, un giornale vignettistico molto conosciuto in Francia, dissacrante, irriverente, puntiglioso nel provocare e scuotere le coscienze. La vignettistica come la comicità sono tra le critiche più forti in ogni tipo di democrazia, perchè vanno a solleticare pensieri condivisi ma magari non sempre facilmente espressi. Ma, forse a costo di solleticare qualche critica da parte di voi lettori, ritengo che vi siano situazioni in cui la stessa libertà non deve cadere nell'insulto gratuito o nel sensazionalismo a tutti i costi. Noi di Logos, da sempre, abbiamo adottato una linea che vuole garantire il massimo rispetto ad ognuno sia per episodi di giustizia (presunzione di innocenza) che per la quotidianità ordinaria (sindaci, associazioni, ecc). Per noi la buona stampa non deve giudicare quanto avviene, ma fornire gli strumenti e le informazioni affinchè i lettori possano giudicare senza condizionamenti in piena libertà. Come vi è il reato di vilipendio verso alcune cariche dello Stato, forse è giusto vi sia un minimo di rispetto verso anche Dei ed ideali in cui credono milioni di persone. Satira sui comportamenti o le distorsioni attuali, non su persone, Dei o ideali.
Il terzo punto che vorrei sollevare su questa giornata di orrore riguarda il rapporto con l'Islam: ormai tutti noi, adulti e bambini, abbiamo sicuramente conoscenza di amici, negozianti, compagni di classe di altre religioni. Situazione questa che fino a 15/20 anni fa era quasi impensabile. La maggior parte di noi non ha nessun problema di integrazione con loro, nè loro con noi. Ma un popolo ha il dovere di preservare i propri valori ed il proprio credo, non abbassarlo o ridurlo in nome dell'integrazione. Visitare il mondo è stimolante proprio per conoscere culture diverse dalla nostra. Non dobbiamo per forza 'adattarci' per compiacere chi arriva, dobbiamo piuttosto permettere a chi arriva di preservare le proprie convinzioni ma adattandole al Paese, alle leggi e alla storia di chi lo ha accolto e integrato. E' demagogia ora discutere maggiormente di questi punti, perchè tutti siamo fortemente condizionati da quanto avvenuto ieri. La democrazia offre la possibilità di condividere e far emergere la più alta forma di integrazione, per questo l'atto vile e violento di ieri spaventa tutti noi abitanti europei, ma mette maggiormente in imbarazzo tutti i musulmani che qui da noi vivono, studiano e lavorano, addossandogli colpe e timori di cui non hanno responsabilità.