L'Arcivescovo di Milano, Angelo Scola: "È importante in questi giorni realizzare in tutte le nostre case un presepe, anche piccolo e povero. È decisivo avere questo segno del Natale perché la nostra finitezza ha bisogno della potenza dell'immagine”.
Ieri sera, domenica 21 dicembre, in Duomo, l’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, ha presieduto la Messa nella sesta domenica dell’Avvento ambrosiano.
Insieme ai molti fedeli che hanno gremito il Duomo, anche in quest’ultima domenica prima del Natale ad animare la celebrazione erano presenti alcuni gruppi e associazioni ecclesiali: Apostolato della Preghiera, Acli, Équipe Notre Dame, Unitalsi e il Coordinamento di Associazioni, Movimenti e Gruppi di Spiritualità Familiare. Nella sua omelia il cardinale Scola ha spiegato che “quella di Natale non è una festa sentimentale, una parentesi per dimenticare la fatica, il dolore e la morte. È la festa della Misericordia di Dio che si fa carne e assume fino in fondo l’umana condizione. Il suo abbraccio tiene dentro tutto, perfino il nostro peccato, e tutto penetra della sua forza salvifica per redimerlo. Nella sua incarnazione il Figlio dell’uomo ci ha mostrato la strada di una vita veramente umana: condividere gratuitamente la vita degli uomini attraverso il dono di sé. Questa verità dell’essere uomo risplende anzitutto sul volto del Figlio incarnato e offre a ciascuno di noi indicazioni di cammino, criterio di giudizio e di azione per il nostro vivere personale e comunitario e, così, diventa principio dinamico dell’umana convivenza nella società civile”. Al termine della Messa il cardinale Scola ha aggiunto: “Siamo protesi alla ormai prossima celebrazione del Natale, in cui vivremo il sacrificio volontario di Dio per noi che vuole attirarci con sé nella sua Resurrezione nella gloria se lo accoglieremo, se anche noi come Maria diremo il nostro “sì”. È importante in questi giorni realizzare in tutte le nostre case un presepe, anche piccolo e povero. È decisivo avere questo segno del Natale perché la nostra finitezza ha bisogno della potenza dell'immagine”.