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Busto Arsizio, Cuggiono, Magnago

Inceneritore: "Cambiare si può"

Il futuro di Accam. Associazioni, comitati, cittadini e istituzioni del territorio in visita a due realtà, due eccellenze nella riduzione del rifiuto e nel recupero dei materiali ad Este e Occhiobello, in Veneto. "Le alternative ci sono".

“Recuperare materia è molto più intelligente che bruciarla”. Alla fine, il motto che li ha accompagnati durante la giornata è stato proprio questo. Perché, dopo che ormai da mesi sono impegnati in prima linea per la delicata questione di Accam, l’Ecoistituto della Valle del Ticino, le numerose associazioni , i comitati ed i cittadini non si sono certo fermati qui. Anzi, l’altro giorno hanno organizzato una visita/studio a due realtà innovative, due eccellenze nella riduzione del rifiuto e nel recupero dei materiali. L’occasione per confrontarsi e vedere da vicino che le alternative all’inceneritore esistono. “Abbiamo potuto constatare come migliorando la raccolta differenziata e applicando sistemi a freddo si inviano in discarica solo il 6 – 7% di residui, senza inquinamento ambientale e scorie pericolose da gestire – spiegano al loro rientro – Cosa che, invece, non avviene con i processi di incenerimento che a valle della combustione producono un 25% di ceneri tossiche e scorie”. Allora, eccoli in Veneto: la prima azienda dove si sono fermati è stata la “S.E.S.A. Spa” – Società Estense Servizi Ambientali” di Este (Padova). “Nata dalla volontà politica di fare una decisa scelta ecologica – continuano – si pone tra gli obiettivi principali, il rispetto del protocollo di Kyoto e l’educazione ambientale nelle scuole. L’impianto serve un bacino di 400 mila abitanti, tra cui appunto la città di Este che ha raggiunto ben il 90% di raccolta differenziata grazie all’introduzione della tariffa puntuale”. Quindi, ci si è trasferiti alla “Ri.Techno.R.” di Occhiobello (Rovigo). “Si tratta di una realtà privata che trasforma rifiuti plastici eterogenei, quelli che usualmente vengono inviato all’incenerimento, in miscele adatte all’estrusione e stampaggio di prodotti utilizzati in campo industriale, nell’arredo urbano e nella pavimentazione stradale – ribadiscono le oltre 45 persone presenti all’iniziativa – Queste visite hanno voluto essere un significativo contributo alla ricerca di alternative al revamping dell’inceneritore Accam e una dimostrazione concreta che le associazioni del territorio non possono essere liquidate come il solito fronte del “No”. Il nostro impegno e la nostra attenzione sono massimi, per dimostrare che le alternative all’incenerimento esistono, eccome. Funzionano e possono essere usate anche nel nostro territorio”.

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