Comitati e associazioni di Busto Arsizio e del territorio si ritroveranno domani mattina di fronte a palazzo Lombardia per ribadire la loro posizione e chiedere azioni concrete.
L’appuntamento è domani mattina, dalle 10 alle 12, davanti al palazzo della Regione. Tutti insieme, per continuare a far sentire la loro voce e ribadire quel “no” forte e chiaro al revamping di Accam. Perché tanto è stato detto e tanto si è fatto in questi mesi, ma tanto si può e si deve ancora dire e fare. “Le alternative agli inceneritori ci sono – affermano le associazioni di Busto Arsizio ed i vari comitati dell’Altomilanese attivi sul tema, appunto, “No revamping Accam” – Non è più tempo di sprecare risorse, adesso sono necessarie scelte lungimiranti che siano vantaggiose economicamente, sostenibili dal punto di vista ambientale, generatrici di maggiore occupazione e soprattutto non dannose per la salute. Con il presidio di fronte a palazzo Lombardia vogliamo, dunque, dare l’ennesimo segnale di vicinanza al territorio ed a quanti vivono o hanno un’attività qui da noi. Noi ci siamo e ci saremo sempre”. Basta, insomma, ulteriori perdite di tempo, ma si prendano decisioni precise e concrete. “Decisioni che devono essere effettuate in coerenza sia con la delibera sul “Decommisioning progressivo degli inceneritori” (approvata all’unanimità da Regione Lombardia; di cui sollecitiamo rapida attuazione a partire da quello di Busto Arsizio), sia dalle indicazioni emerse dagli stessi comuni facenti parte il consorzio Accam con l’istituzione del tavolo tecnico operante da circa un mese e del quale chiediamo che la conclusione dei lavori e le relative risultanze siano rese note entro luglio”. “Il nostro territorio – concludono associazioni e comitati – con la dismissione definitiva dell’inceneritore di Busto e la sua sostituzione con impianti di recupero dei materiali ha la possibilità di essere il primo in Lombardia a compiere tali scelte orientate coerentemente ad affrontare in modo efficace il ciclo dei rifiuti, indirizzandoli sempre più verso un recupero crescente degli stessi materiali, anche di quelli della frazione residua, oggi inviati allo smaltimento, che potrebbero invece essere una preziosa risorsa da valorizzare. Una miniera urbana, un giacimento, appunto, di risorse da utilizzare al meglio nella prospettiva di quella “economia circolare” indicata dalla stessa Unione Europea come scelta strategica”.