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Buscate

'Jonathan 90', 'seconda' casa per minori

Dopo 'La Casa di Anna', una seconda struttura a Buscate per accogliere i minori in difficoltà. Si chiama 'Jonathan 90', nel ricordo di un giovane deceduto qualche anno fa.

Si chiama “Jonathan 90”, come quel ragazzo scomparso qualche anno fa a seguito di un tragico incidente stradale. Perché proprio ai giovani è rivolta. “La Casa di Anna” (la comunità minorile di Buscate) raddoppia e lo fa, appunto, con una nuova struttura che vuole essere un’ulteriore occasione ed opportunità per tutti i minori in difficoltà. “Un giorno importante – ha commentato Dominik Muller, responsabile delle due realtà insieme alla moglie Cristina Giovanardi – Il fatto che, adesso, i nostri ragazzi abbiano, non uno, bensì due punti di riferimento è certamente un tassello significativo nel lavoro portato avanti fin da quando siamo arrivati nella cittadina del Castanese”. Una nuova casa, insomma, più o meno identica nella forma e nello stile alla prima, dove si offre accoglienza, normalità e familiarità agli adolescenti purtroppo costretti, per motivi e problematiche differenti, ad essere allontanati dalle loro famiglie di origine. “Questi giovani dimostrano che cambiare è possibile – continua Muller – Non è semplice lasciare il proprio nucleo familiare ed essere inseriti in un mondo completamente diverso. Il nostro impegno, grazie agli educatori ed al personale presente (in tutto 14 persone che si alternano sul posto) è di offrire sostegno (anche psicologico) ed accompagnarli in questo particolare momento della loro vita. Attualmente nella “Casa di Anna” abbiamo 9 giovani, mentre nella “Jonathan 90” ce ne sono 5. Un percorso in parallelo, per cercare di portarli a prendere una maggiore autonomia di se stessi, dalle piccole e semplici faccende quotidiane (come, ad esempio, rifarsi il letto, cucinare, ecc…) a quando, poi, uscendo da qua si troveranno ad affrontare il mondo reale da soli. I minori, da una parte, e allo stesso tempo interagiamo con i genitori, perché fondamentale è lavorare assieme, parlando e confrontandoci con gli adolescenti e, appunto, con i singoli nuclei familiari dai quali provengono”. (FOTO SALLY)

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