La celebrazione viene preceduta dalla recita della coroncina della Divina Misericordia. E' la giornata dei quattro Papi, una giornata 'storica', che ha richiamato a Roma fedeli da tutto il mondo. 1 milione e mezzo di persone stremate dall'attesa, dalla notte insonne, dai disagi, che ora si fanno serie, concentrate. Cala il silenzio. La recita cantata della coroncina, intervallata dalla lettura di testi dei due Papi, 'solo' beati ancora per poco, ricorda la festa cui è dedicata la Domenica in Albis, istituita da Papa Giovanni Paolo II nel 2000, secondo le apparizioni di Suor Faustina Kowalska per volontà di Gesù stesso. Poi l'attesa finisce: la celebrazione ha finalmente inizio. Arriva il Papa Emerito, Benedetto XVI. Lui sorride e si accomoda accanto agli altri cardinali, partecipando alla concelebrazione. Presenti alla cerimonia leader politici e capi di stato provenienti da 93 diversi Paesi: 24 capi di stato, compresi sovrani e reali, 10 capi di governo, 40 tra ministri e viceministri, 8 vicecapi di stato e 20 capo delegazioni (tra le più numerose la delegazione della Polonia). Ecco Papa Francesco, il volto deciso ma sereno. Abbraccia con affetto Joseph Ratzinger e l'emozione inonda Piazza San Pietro, gremita di persone, e defluisce in Via della Conciliazione e nelle strade limitrofe, fino al Tevere. Tutti ora seguono con partecipazione il Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il cardinal Angelo Amato, che si reca dal Santo Padre e domanda che si proceda alla Canonizzazione dei Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Loro, intanto, sorridono dai loro arazzi e, immaginiamo, dal Cielo. “...Beatos Ioannem XXIII et Ioannem Paulum II Sanctos esse decernimus et definimus...”, così Papa Francesco iscrive nell'Albo dei Santi due tra i Papi più amati della storia. Un lungo applauso si leva spontaneo dalla folla, la commozione è palpabile. Il cielo nuvoloso, che in alcuni momenti solletica i visi dei pellegrini con gocce di pioggia, si illumina di luce, richiamando i raggi di sole dopo l'annuncio della beatificazione di Giovanni Paolo II, nel 2011. Poi le reliquie dei due nuovi Santi, tenute tra le mani come un tesoro prezioso, vengono portate all'altare da Floribeth Mora Diaz, la donna miracolata da Giovanni Paolo II, e da quattro nipoti della famiglia Roncalli. Inizia la S.Messa, solenne e multilingue. Papa Francesco riprende proprio la Parola di questa domenica, che conclude il tempo pasquale, e parlando delle piaghe gloriose di Cristo risorto, scandalo ma anche verifica per la fede, introduce nell'omelia i due Papi. Per Bergoglio, Roncalli e Wojtyla sono stati uomini coraggiosi, che non hanno avuto paura di chinarsi sulla sofferenza e sulle piaghe dell'uomo e, in questo modo, “hanno dato testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio, della sua misericordia”. “I nuovi santi sono stati sacerdoti, vescovi e papi del XX secolo. Ne hanno conosciuto le tragedie, ma non ne sono stati sopraffatti. Più forte, in loro, era Dio; più forte era la fede in Gesù Cristo Redentore dell'uomo e Signore della storia; più forte in loro era la misericordia di Dio”. Per Papa Francesco “nella convocazione del Concilio Giovanni XXIII ha dimostrato una delicata docilità allo Spirito Santo, si è lasciato condurre ed è stato per la Chiesa un pastore, una guida-guidata. Questo è stato il suo grande servizio alla Chiesa; per questo a me piace pensarlo come il Papa della docilità allo Spirito”. Definisce Wojtyla invece come “il Papa della famiglia”, come lui stesso avrebbe voluto essere ricordato, sicuri che sta accompagnando il cammino sinodale sulla famiglia che stiamo vivendo. “In questi due uomini contemplativi delle piaghe di Cristo e testimoni della sua misericordia dimorava una speranza viva, insieme con una gioia indicibile e gloriosa”. “Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II hanno collaborato con lo Spirito Santo per ripristinare e aggiornare la Chiesa secondo la sua fisionomia originaria, la fisionomia che le hanno dato i santi nel corso dei secoli. Non dimentichiamo che sono proprio i santi che mandano avanti e fanno crescere la Chiesa”.