Nella società attuale i più giovani vengono molto spesso ritenuti dagli adulti poco seri e responsabili.
I ragazzi dai 12 ai 19 anni fanno parte della nuova generazione dove gli obbiettivi non vengono perseguiti e gli ideali snobbati. L’attività sportiva però è uno di quei momenti nel quale gli adolescenti mostrano il loro lato più serio e responsabile per il raggiungimento dei sogni.
Lo sa bene Arianna Fidanza, giovanissima campionessa mondiale, solo 18 anni, nell’ambito del ciclismo.
Arianna è un’atleta della Eurotarget, una squadra bergamasca. Il nome è molto noto nel ciclismo, grazie al padre ex professionista.
Come e quando è iniziata la tua carriera ciclista? “Avevo 7 anni, prima facevo ginnastica artistica. Diversamente da quanto si possa pensare, visto che mio papà è un ex professionista, non è stato lui ad indirizzarmi verso questo sport, ma il papà di due miei amici, Michael ed Alex ,che ora non corrono più, ma che da giovanissimi correndo nella stessa mia squadra ed abitando nello stesso paese si allenavano sempre insieme a me”. Quale è stato il tuo idolo sportivo nell’infanzia? Ed ora? “Quello di ieri è Paolo Savoldelli, che sono riuscita a conoscere bene perché mio papà è stato suo direttore sportivo. Adesso è Marianne Vos”. Hai un allenatore? Com’è il rapporto con lui? “Fin da quando ho iniziato a correre il mio allenatore è mio papà, per me è un punto di riferimento importante. Abbiamo un bellissimo rapporto, ma dall’anno prossimo cambierò squadra ed ovviamente ci sarà un nuovo direttore sportivo che conoscerò, anche se mio papà continuerà a seguirmi quando sarò a casa dalle trasferte”. Come influiscono le tue emozioni nel rendimento fisico? “Il mio rapporto con le emozioni con il passare degli anni è migliorato: inizialmente ero molto in ansia, adesso riesco a gestirmi meglio sotto questo punto di vista, anche se la tensione c’è lo stesso, non ne faccio un punto debole, ma cerco di trasformarla in energia positiva”. Cosa ti dà più soddisfazione? Battere l’avversario o superare te stessa? “Entrambe le cose, ma penso che il primo obiettivo che un atleta si debba prefissare è quello di cercare di migliorarsi”. Seguendoti molto anche sul tuo profilo Facebook, c’è anche la tua amica Angi Maffeis: “E’ la mia migliore amica, ci siamo conosciute nelle categorie giovanili e da lì siamo diventate inseparabili”. Dove/cosa sei arrivata a fare e quali sono i tuoi piani futuri? “Il sogno che avevo da piccola era quello di vincere un campionato del mondo, quest’estate per me la vittoria nella corsa a punti è stata la realizzazione di un sogno, reso possibile grazie a chi mi è sempre stato vicino e ai tecnici della nazionale tra cui Dino Salvoldi. Per il futuro c’è sicuramente cercare di migliorare; il mio primo anno tra le élite, cercherò di difendermi e mi piacerebbe partecipare agli Europei su pista o a quelli su strada tra le under23. Poi si vedrà”. Ultima domanda: cosa consigli a coloro che iniziano ora la loro carriera ciclistica o in generale sportiva? “Fate lo sport che vi piace con passione ed entusiasmo”.
Valeria Simoncini