Sea ha presentato alla Direzione Valutazioni Ambientali del Ministero un documento nuovo. Il gestore aeroportuale conferma l’intenzione di andare avanti con l’ampliamento e la terza pista, ma rivela anche tutta la debolezza del progetto originario e la difficoltà del proponente, motivate (anche) dal crollo del traffico (-25% dal 2007).
Masterplan di Malpensa, non era buona la prima ma l’ultima rischia d’esser peggiore. Dopo nove mesi di gestazione, SEA ha presentato alla Direzione Valutazioni Ambientali del Ministero un documento nuovo, senza per altro darne pubblicità ai soggetti interessati alla procedura di allargamento del sedime aeroportuale e di sviluppo della Terza Pista. Il gestore aeroportuale conferma l’intenzione di andare avanti con l’ampliamento e la terza pista, ma rivela anche tutta la debolezza del progetto originario e la difficoltà del proponente, ormai subissato di richieste di sospensione definitiva e di ritiro, motivate (anche) dal crollo del traffico (-25% dal 2007). Nel 2012 SEA ha tentato per due volte di migliorare la sua proposta presentando Integrazioni, puntualmente respinte perché insussistenti e ancora carenti. A inizio febbraio è accaduto l’imponderabile. Ci riprova con un documento nuovo ma, attenzione, ha presentato Osservazioni al suo stesso Masterplan, in pratica l’ha depositato non più da proponente ma come fosse una controparte al progetto. Un apparente controsenso, o forse un’abile manovra per sviare l’attenzione dei territori e, nello specifico, quella dei comuni di sedime. La distrazione, nel testo, prende la forma di contropartite economiche e ipotesi di ”prime lavorazioni” alle merci in transito. Una formula insidiosa che punta a far balenare, per l’ennesima volta, improbabili ritorni occupazionali e minori impatti per l’ambiente. Da una parte, infatti, si simula un ridimensionamento del progetto da 400 a 200 ettari stralciando provvisoriamente il polo logistico e diminuendo di conseguenza il sedime aeroportuale interessato dal Masterplan. Dall’altra il polo logistico risorge, ma sviluppato ‘in forme più evolute di gestione, aprendo agli interessi e alle attese del territorio’. Tradotto, significa la possibilità di attuare il polo attraverso gli strumenti urbanistici dei Comuni interessati che potranno godere delle ricadute economiche garantite dagli oneri di urbanizzazione, dall’ICI e altre tasse simili. Ecco il trucco, osservando se stessa, SEA pensa forse di “ammorbidire” il parere degli enti contrari in forza di mirabili ricadute occupazionali, minori impatti ambientali e aiuti alle loro casse. Ma dal Paradiso alla realtà si fa presto ad atterrare. Obiettivo del progetto rimane la realizzazione della terza pista con i decolli verso il Piemonte, anche se l’inizio lavori è rimandato di alcuni anni. La dilatazione dei tempi di attuazione prospettata nelle ‘Osservazioni’ di SEA nulla cambia agli effetti della terza pista rispetto all’inquinamento e all’impatto rumoroso sui nostri paesi dell’Ovest Ticino. Anzi rischia di essere ancora più insidiosa perché, “ammorbidendo” i comuni lombardi e quindi il fronte dell’opposizione al progetto, ci rende ancora più deboli rispetto agli obiettivi SEA: decolli e inquinamento al Piemonte e “fuorvianti ipotesi” di sviluppo economico in Lombardia. Sul fronte ambientale restano, infatti, tutte le criticità del progetto originale. Le previsioni di sviluppo sono ridimensionate di poco, ma ancora sovrastimate: non più 50 milioni di passeggeri nel 2030 ma 41 milioni nel 2035, ma SEA ripropone la terza pista sorvolando sugli impatti acustici e ambientali. Utilizzando strumentalmente uno studio di ARPA Varese, già discutibile nel metodo e nelle conclusioni, pretendendo di dimostrare che l’aeroporto non inquina, si banalizzano gli effetti dell’inquinamento già certificati dalla Sentenza Quintavalle, che ha portato all’apertura di una procedura d’infrazione da parte dell’Europa. Il Covest ha presentato con successo per tre volte le sue Osservazioni che sono state fatte proprie da tanti Consigli comunali dell'Ovest Ticino, che hanno chiesto al Ministero dell’Ambiente di respingere il Masterplan. Oggi vuole richiamare l’attenzione dei cittadini e degli amministratori piemontesi che già avevano espresso parere negativo – i Comuni da Castelletto Ticino a Trecate compresa la Provincia – perché vogliano rendersi parte attiva insieme a noi nel rilevare le insidie che si nascondono in questo nuovo passaggio di SEA.