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Turbigo

"La Colonia che vorrei..."

Quale futuro per quest'area e per uno dei luoghi simbolo del paese. Ci hanno pensato quattro giovani turbighesi che hanno studiato un progetto di riqualificazione.

“La colonia che vorrei…”. Chiedetelo a Marco, Nicolò, Jonathan e Marco. Eh sì, perché i quattro (giovani studenti e professionisti) ci hanno fatto più di un pensiero su quale potrebbe essere davvero il futuro di questo luogo. Lo studio di analisi ed il progetto che vanno dalle parole alle carte (e chissà che un giorno non possano diventare realtà). “Turbigo ha molti luoghi che risultano purtroppo sottoutilizzati o inutilizzati – spiegano Marco Ferrari, Nicolò Paolino, Jonathan Buccio e Marco Varini – e che potrebbero essere trasformati in punti di aggregazione. Uno di questi è, appunto, la colonia elioterapica”. Così, “in men che non si dica”, i quattro ragazzi si sono messi al lavoro. “Abbiamo voluto incontrarci insieme attorno ad un tavolo, portando ciascuno le proprie idee per ragionare e confrontarci – continuano – Lo stato di degrado in cui versa la colonia fornisce, infatti, uno spunto di riflessione sulle potenzialità inespresse di un luogo che da diversi decenni lega i turbighesi al Parco. Proprio all’interno del Parco del Ticino, poi, molto spesso vengono concessi interventi senza una reale necessità, mentre aree che possono essere o diventare significative occasioni e opportunità per la comunità rimangono soggetti a vincoli di trasformazione”. Nello specifico, l’idea dei “nostri” giovani è creare un polo in grado di attrarre le persone e di permettere un contatto con la natura attraverso nuove strutture più funzionali rispetto a quelle già esistente, cercando di rispondere contemporaneamente alle richieste ed alle esigenze che parte della popolazione ha espresso nel tempo, appunto, per poter disporre di spazi verdi da usufruire principalmente nel periodo estivo. “I caratteri fondamentali attorno ai quali l’idea di progetto è stata sviluppata – continuano – sono: energia (tramite la costruzione di serre, impianti termici e fotovoltaici, tecnologie costruttive l’impatto energetico risulterebbe quasi nullo); sostenibilità (la scelta di materiali rinnovabili, ecocompatibili e prefabbricabili ridurrebbe notevolmente l’impatto sull’ambiente); ancora paesaggio (gli edifici sono stati pensati per integrarsi e mimetizzarsi il più possibile con la location circostante. Anche i materiali utilizzati richiamano la natura – edifici in legno e vetro, coperture verdi); infine comunità (le strutture di progetto rendono fruibile la colonia da parte di chiunque). E entrando più nel dettaglio: il progetto prevede il mantenimento dell’ingresso già esistente, la creazione di una piazza centrale, la riqualificazione dell’edificio mensa presente in uno con le stesse funzioni e con l’aggiunta di uffici ed il portico che sorgerà davanti a questo edificio, inoltre, darà la possibilità di avere un palco per eventuali eventi. Mentre l’altra struttura esistente è stata pensata quale dormitorio. In futuro, poi, è prevista contemporaneamente la sistemazione del parco e delle piscine che già esistono”. Le idee, insomma, di certo non mancano, anzi, adesso il progetto quasi certamente verrà presentato anche alla cittadinanza, in una serata pensata appunto per parlare del presente e del futuro di uno dei luoghi simbolo di Turbigo. Perché l’mportante è confrontarsi e discuterne assieme… e chissà che non possano arrivare nuovi spunti.

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