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Fuori campo

'Vecchia Signora': suo anche il derby

Vittoria per Juve, Roma, Milan e Lazio. E' pari per Napoli, Fiorentina e Inter. Un altro successo anche per la rivelazione Verona. Il Parma continua la sua marcia.

Apre la 25esima giornata di serie A la sfida tra BOLOGNA e ROMA che termina per 1 a 0 per gli ospiti. Gara che vede, come da pronostico, un Bologna chiuso e asserragliato nella propria metà campo ad aspettare la Roma, per poi tentare di colpire di rimessa, con i giallorossi a gestire il possesso del pallone, cercando il varco giusto per far male. La prima occasione capita sui piedi di Bianchi che, ben servito sullo scatto, tenta un pallonetto su De Sanctis, che è però ben posizionato e blocca la sfera. La Roma, pur gestendo quasi ininterrottamente il possesso del pallone, fatica inizialmente a trovare il varco nella difesa avversaria, puntando poi sulle giocate dei singoli per colpire. Gervinho crea diversi scompigli sulla fascia sinistra bolognese, servendo l’assist per Destro, il cui interno piede sbatte clamorosamente sul palo, con lo stesso ivoriano a servire Naingollan, il cui esterno destro termina però alto. Ma è il solito straordinario Pjanic, preciso e impeccabile in regia, a tirare fuori dal cilindro la giocata vincente, con un assist al bacio per il taglio di Naingollan che impatta al volo con un preciso destro che vale l’1 a 0. Di contro, i rossoblu si fanno pericolosi con le sole interessanti giocate sull’out di sinistra, con i continui affondi sulla fascia e i cross di Morleo, e le improvvise accelerazioni di Christodoulopoulos. La ripresa vede un orgoglioso Bologna attaccare a testa bassa alla ricerca del pari, sfruttando le corsie laterali, con lo spostamento di Konè a destra, e l’ingresso di Ibson e Mantovani, con diversi cross messi nel mezzo per le punte, e la concessione di diversi calci d’angolo. La Roma regge l’urto, rischiando seriamente solo su un colpo di testa di Mantovani su corner di Konè, con la palla che termina di poco a lato, per poi colpire in contropiede, peccando però di precisione sottoporta (destro quasi a botta sicura di Taddei su assist di Ljajic, respinto da una gran parata di Curci e sinistro a giro impreciso di Bastos da buona posizione su assist di Gervinho). Gli ospiti rischiano di pagare nei minuti finali la poca freddezza nella finalizzazione dell’azione, con il gol beffa, fallito da Christodoulopoulos che, in perfetta solitudine, colpisce di testa indirizzando clamorosamente il pallone a lato, per la meritata vittoria giallorosa.
Il lunch match tra LIVORNO e VERONA finisce per 3 a 2 a favore degli scaligeri. La gara vede un Livorno chiuso e concentrato in difesa, cercare di far male solamente con sporadici lanci lunghi a pescare Emeghara e Paulinho, a fronte di un Verona solido e organizzato, che palleggia con precisione in mezzo al campo, per poi cercare il varco giusto. Molto attivi sono Jankovic sulla sinistra e i terzini Cacciatore e Albertazzi, oltre al solito Romulo, con un cercatissimo Toni a liberare spazi per i compagni, con un grande lavoro per la squadra. Prima occasione per l’attaccante, che, giunto a tu per tu con Bardi, grazie a una bella azione di Iturbe, calcia a botta sicura, con il portiere che compie un vero miracolo. Ma la supremazia del Livorno è molto evidente, tanto che, dopo un destro di Donadel, salvato ancora dal portiere, è Jankovic a disegnare un destro a giro che sorprende Bardi. Il Verona continua a colpire, trovando in pochi minuti altre due reti con Toni che serve Romulo che, in contropiede, insacca il 2 a 0, e sempre Toni a segnare il 3 a 0 a porta vuota grazie a una devastante azione di Iturbe culminata dal bell’assist per lo stesso attaccante. La partita sembra chiusa, con in Verona che si rilassa, sprecando nella ripresa diverse palle per il 4 a 0, ma i toscani tentano il tutto e per tutto con le 3 punte, trovando, a sorpresa, prima il 3 a 1 con un bel destro a giro di Paulinho, poi il 3 a 2 con una gemma di Greco, che riaccende le speranze dei suoi. Gli scaligeri, però, si ricompattano reggendo agli attacchi livornesi per la vittoria finale.
Si conclude per 1 a 1 la sfida tra INTER e CAGLIARI. Primo tempo caratterizzato da un esasperato tatticismo che limita al lumicino le emozioni, con rarissime occasioni e uno sfortunato episodio che condanna l’Inter, con il tiro di Ibarbo che viene intercettato da Juan Jesus in area, con conseguente concessione del rigore trasformato freddamente da Pinilla per l’1 a 0. I nerazzurri tentano subito di reagire con un bell’assist di Palacio per Milito, il cui potente destro è controllato in due tempi da Avramov. Nella ripresa, l’Inter cambia pelle, beneficiando, tra gli altri, dell’ingresso di Icardi al posto di uno spento Milito, attaccando con costanza e spesso a pieno organico nella metà campo sarda, anche se scarsa è la lucidità sottoporta, e poca la precisione nelle giocate, ad eccezione dei soli Nagatomo (costante la sua spinta sulla fascia per tutto il corso del match con pericolosi cross e continue incursioni), Guarin (nuova la sua prova con illuminanti giocate per i compagni, e puntuali inserimenti senza palla) e il già citato Icardi che con il suo gran movimento in avanti apre spazi per i compagni, oltre a farsi vedere in profondità con improvvise accelerazioni che lo portano spesso al tiro. Le occasioni non mancano, con un una bella verticalizzazione di Guarin che porta al tiro Icardi che, sottoporta pecca però di precisione, con lo stesso attaccante protagonista poco dopo, con una bella sponda aerea per Rolando che trafigge Avramov, nonostante la deviazione del portiere, per l’1 a 1, con Guarin a mancare di sinistro la porta da pochi centimetri. Il Cagliari è pericoloso in contropiede (destro di poco alto di Cossu), mentre Palacio, imbeccato ancora da Guarin, sfiora la rete salvata da un miracolo del portiere, con Icardi a centrare una clamorosa traversa di testa, e Gaurin a provarci all’ultimo istante con un bolide su punizione deviato in corner ancora da un super Avramov, per il pari finale che sta stretto all’Inter e meritato per il Cagliari per quanto visto in campo.
Coglie un’importante vittoria il MILAN che si impone a Genova sulla SAMPDORIA per 2 a 0. Buon inizio gara per i rossoneri, che mettono subito in difficoltà gli avversari, con precise verticalizzazioni per gli scatti di Pazzini (sua la prima occasione con un bel pallonetto salvato sulla linea da Mustafi), e belle azioni in velocità, con Taarabt in evidenza con pregevoli giocate e dribbling oltre a puntuali inserimenti senza palla. Protagonista il marocchino su cross di Ramì con un potente colpo di testa che, respinto da Da Costa, viene ribadito in rete dallo stesso Taarabt, per l’1 a 0, con Konstant a pescare Saponara nel mezzo, con l’italiano che impatta il pallone mancando di nulla la porta. La Samp risente oltremodo delle mancanze di De Silvestri sulla fascia e Gastaldello in difesa, subendo costantemente gli attacchi avversari sulle corsie laterali, faticando a creare pericoli in avanti. I terzini sono bassi e fanno mancare un buon contributo in fase di spinta, con Eder che, visti i rarissimi cross e i nulli inserimenti dei centrocampisti, difficilmente riceve palle giocabili, con il solo Gabbiadini a cercare la giocata personale. La ripresa vede una Samp volenterosa modificare il proprio atteggiamento tattico alzando il baricentro nel tentativo di impensierire i rossoneri, anche se alla prima azione ospite, arriva la doccia fredda per i blucerchiati, su un cross di Taarabt, su cui vanno Pazzini e Da Costa che si scontrano con il dubbio fallo di Pazzini, con la palla che viene poi insaccata in rete da Rami per il 2 a 0. La Samp tenta il tutto per tutto, anche con l’inserimento di Maxi Lopez, che inventa un bell’assist per Eder che supera Amelia che lo anticipa colpendo palla e giocatore per un altro dubbio episodio, con Lopez che, poco dopo, finisce per farsi espellere per proteste, lasciando la Samp in dieci. I blucerchiati ci provano con orgoglio, scontrandosi con un solido Milan comunque in pieno controllo del match, grazie all’ottima prova difensiva di un roccioso Ramì e al senso tattico e ai preziosi ripiegamenti difensivi di Montolivo, con l’ultima occasione di Eder per i padroni di casa che viene neutralizzata da un bell’intervento di Amelia, per la meritata e finalmente convincente vittoria rossonera.
Importante affermazione del CHIEVO VERONA che batte nello scontro salvezza il CATANIA per 2 a 0. Gara come da pronostico brutta e tesa per la posta in palio, ma è il Chievo a farsi preferire sfoderando una buona prestazione per gioco espresso e cattiveria agonistica, con i reparti corti, una difesa attenta nei quattro in linea, oltre alla buona prova di Hetemaj in copertura e quella di Rigoni in regia ad innescare il positivo duo Paloschi-Théréau. La prima rete scaturisce da un dubbio rigore realizzato da Théréau (tiro di Frey respinto con la mano attaccata al corpo di Alvarez), mentre il raddoppio porta la firma di Rigoni che insacca di testa su profondo traversone sorprendendo il mal posizionato Andujar e i distratti centrali etnei. Male invece il Catania, che paga gli errori di una distratta difesa, e fatica ad impostare azioni degne di nota con Bergessio in giornata no, Keko e Castro che difficilmente saltano l’uomo, e il solo Lodi a creare interessanti giocate, che si concretizzano in un suo insidioso interno sinistro sventato da Agazzi, e in un potente ma centrale destro di Bergessio, per la meritata vittoria scaligera.
Termina per 1 a 1 la sfida tra UDINESE e ATALANTA. Gara ben giocata da ambedue le squadre, anche se inizialmente è l’Atalanta a farsi preferire con un positivo giro palla mirato a servire tra le linee Moralez e Bonaventura che mettono spesso in difficoltà gli avversari con dribbling e accelerazioni improvvise, al pari di Brivio che spinge con continuità sulla fascia sinistra mettendo interessanti cross nel mezzo. Prima e clamorosa occasione per Bonaventura, che al termine di una convulsa azione, impatta sul palo col sinistro. L’Udinese, pur difendendosi per larghi tratti, tenta di far male in contropiede (clamoroso errore di Muriel che colpisce debolmente a tu per tu con Consigli, su geniale assist di Di Natale). E’ però l’Atalanta a produrre le azioni più interessanti: splendida l’acrobazia di Moralez su cross di Benalouane, con Scuffet ad opporsi con un grande intervento, e Yepes che manca sottoporta il 2 a 0 su assist di Stendardo. Nella ripresa, i friulani beneficiano dell’ingresso di Lopez, che da grande vivacità in attacco. I centrocampisti abbandonano i compiti difensivi per agire costantemente a supporto delle punte, con Loepz a propiziare la rete dell’1 a 1, grazie ad una grande azione personale culminata con un bel sinistro respinto da Consigli. Di Natale tenta di ribattere a rete, con Stendardo che lo stende, causando il rigore realizzato dallo stesso attaccante per l’1 a 1. La partita resta viva fino all’ultimo, con occasioni da ambedue le parti. E’Cigarini a creare la più clamorosa con un bel destro che sbatte sulla traversa, per il tutto sommato giusto pareggio finale.
Vince per 1 a 0 la JUVENTUS nell’atteso derby contro il TORINO. Gara bella e vibrante, con le due compagini che si alternano nella costruzione delle occasioni da rete, con precise verticalizzazioni in profondità e spunti in velocità a creare non pochi problemi alla difese avversarie. Il primo squillo è di El Kaddouri che, servito da Immobile, tenta il pallonetto peccando però di precisione. La Juve risponde con Tevez che, ben imbeccato da Pirlo, esplode il destro da limite dell’area, con Padelli attento nella respinta, con Immobile che, sulla verticalizzazione di El Kaddouri, colpisce l’esterno della rete da posizione defilatissima, con Pirlo a mancare di poco la porta su punizione e Kurtic, che alza di poco alto col destro su bell’invito di Darmian. Col passare dei minuti, la Juve inizia però a prendere le redini del gioco, grazie alle geometrie di Pirlo e alla fisicità di Pogba a centrocampo, palesando la netta superiorità in quel reparto sull’avversario. Illorente e Tevez sono bravi a farsi vedere e a mantenere, pur marcatissimi, il pallone, con i centrocampisti puntuali negli inserimenti e gli esterni che accompagnano l’azione con precise sovrapposizioni a dare ulteriore fluidità e spinta alla manovra, con Asamoah a trovare Tevez, il cui destro punisce Padelli sul primo palo, per la prodezza che vale l’1 a 0. Nella ripresa, il Toro prova a mettere in difficoltà, alzando il baricentro della squadra, sganciando gli esterni in proiezione offensiva e avanzando in alcune circostanze i centrocampisti a ridosso delle punte, ma la solidità del pacchetto arretrato è notevole, anche se restano solo le recriminazioni per un fallo di mano di Vidal, già ammonito, che avrebbe potuto portare all’espulsione del cileno, e poche occasioni con un velleitario destro da fuori di Darmian, controllato da Buffon e un destro rimpallato di Immobile. I bianconeri rischiano di colpire negli spazi con Tevez, il cui destro ravvicinato è disinnescato da un grande intervento di Padelli. L’ultima emozione scaturisce dai piedi di El Kaddouri, che converge in area e viene steso da Pirlo che lo sgambetta, con l’arbitro che non concede il rigore, per la comunque meritata vittoria bianconera per quanto visto in campo, macchiata però dalle polemiche arbitrali.
Termina per 3 a 2 la sfida tra LAZIO e SASSUOLO. Clima irreale all’olimpico, con la vistosa contestazione ai danni del presidente Lotito di certo a non aiutare i biancocelesti. E’ comunque la Lazio a fare la partita, contro un Sassuolo a dir poco rinunciatario, con dieci uomini a difesa della porta, e mai una parvenza di una manovra offensiva o il tentativo di contropiede. I padroni di casa, vista la muraglia emiliana, faticano non poco a trovare spazi, tentando alcune sortite sulle fasce con un propositivo Candreva, dai cui piedi nascono numerosi cross e pericolose iniziative in uno contro uno, e alcune buone discese di Radu sulla sinistra, vista la difficoltà a sfondare centralmente, con la giornata no di Ledesma in regia. L’unica occasione capita sui piedi di Klose, il cui sinistro ravvicinato è rimpallato da un difensore, prima che Radu tiri fuori dal cilindro un eurogol con un siluro dalla distanza che si infila in rete per l’1 a 0. La ripresa, pur senza mostrare spunti tattici di rilievo, è un via vai di emozioni, grazie agli spunti e alle prodezze dei singoli, agevolate da gravi errori difensivi. E‘ prima Floccari a trovare l’1 a 1 con un bel tocco di destro ad anticipare Ciani su assist di Manganelli, con l’errore di Ziegler a permettere a Klose, servito da Gonzalez, di insaccare di sinistro il 2 a 1, impattato poco dopo da una prodezza di Floro Flores su calcio piazzato per il 2 a 2, prima che Radu, protagonista indiscusso del match, disegni un insidioso cross che sorprende Pegolo e si insacca a fil di palo per il roccambolesco 3 a 2 finale.
Termina per 2 a 2 la sfida tra PARMA e FIORENTINA. Sono i viola a gestire il possesso del pallone, con Valero e soprattutto Pizarro a orchestrare al meglio la manovra con precisi lanci alla ricerca delle punte, e precise aperture sugli esterni, da dove nascono i maggiori pericoli, con Joaquin e soprattutto Cuadrado, costante spina nel fianco per la difesa sulla destra con le sue accelerazioni (con un insidioso destro di Diakitè controllato da Mirante e un pericoloso tiro del colombiano che complice una deviazione si spegne in calcio d’angolo). Il Parma subisce per larghi tratti, non riuscendo quasi mai a gestire il possesso del pallone né ad impostare la manovra offensiva, con Biabiany e Cassano che faticano a ricevere palla e a inventare giocate e assist. Amauri non riceve palloni giocabili, anche se la prima insidiosa azione ducale porta al gol, con un bel cross da sinistra del brasiliano, che trova al centro dell’area Cassano che di destro, insacca in rete per l’1 a 0. Caudrado risponde dopo pochi minuti, segnando l’1 a 1 di piatto destro, su una bella palla messa dalla sinistra da Matri all’altezza del secondo palo. La ripresa si apre con due episodi chiave per le sorti del match, con Tomovic che colpisce ingenuamente Biabiany causando il rigore realizzato da Amauri che vale il 2 a 1, con Diakitè a farsi espellere poco dopo, per un ingenuo fallo su Cassano con conseguente rosso per somma di ammonizione che costringe i suoi in dieci uomini. A questo punto, la Fiorentina tenta comunque il tutto per tutto, con l’ingresso di Gomez, Ilicic e Fernandez, attaccando a spron battuto a pieno organico. Il Parma cerca di chiudere la partita in contropiede con la velocità di Biabiany, anche se non accade nulla di rilevante fino agli ultimi minuti, in cui capita di tutto: prima è Fernandez ad inventare su punizione una parabola magica che sorprende Mirante per il 2 a 2, poi è il neo entrato Palladino a sfiorare la rete di destro a pochi passi da Neto, con Valero e Munari che si fanno espellere per scorrettezze reciproche, per il vibrante pareggio finale.
Finisce per 1 a 1 il posticipo tra NAPOLI e GENOA. Grande inizio dei partenopei, che mettono in campo un feroce pressing sugli avversari, riconquistando numerosi palloni grazie all’asfissiante pressing portato da attaccanti e centrocampisti, per poi ribaltare immediatamente il fronte d’attacco, con i positivi Hamsik, Higuain e Mertens in forma straripante a sfiorare la rete a più riprese, con funamboliche accelerazioni e conclusioni al veleno che portano seri pericoli alla porta di Perin. Prima occasione per l’imprendibile Mertens, il cui destro a giro termina di poco a lato, con lo stesso trequartista a sfiorare la rete con un’altra insidiosa conclusione che manca di poco lo specchio. Hamsik si inventa una splendida verticalizzazione per Higuain che scavalca Perin con un pregevole scavetto di sinistro per l’1 a 0. Il Genoa è prettamente difensivo fino a quel momento a tentare di far male con rapidi ribaltamenti di fronte sulle corsie laterali, con Konatè a sfiorare la rete con un destro salvato sulla linea da Fernandez. Il Napoli continua ad essere pericoloso sulla trequarti ancora con un destro insidioso di Mertens, con il Genoa a rispondere poco dopo con un colpo di testa di Konatè su bel cross di Antonelli, su cui Reina è reattivo nell’intervento. La ripresa vede i partenopei calare vistosamente a livello fisico, con il solo Ghoulam a spingere sulla sinistra e un caparbio Behrami nel recuperare palloni e combattere in mediana. Gli avversari provano ad approfittarne con le ripartenze di Konatè, con il Napoli che fatica a difendersi oltre che contrattaccare (solo un tiro rimpallato di Callejon tra le occasioni degne di nota), con Konatè ancora protagonista dall’altra parte, con un pregevole assist per Sculli che fallisce col destro una nitida occasione. Il neo entrato ed ex Calaiò punisce la sua ex squadra con una punizione di rara bellezza e precisione che vale l’1 a 1, con gli inutili assalti del Napoli che non portano a nessuna occasione degna di nota, per il deludente pari finale per i partenopei.
Tirando le somme, la giornata appena trascorsa non porta in dote grandi cambiamenti in vetta, con i distacchi che rimangono invariati, viste le vittorie di Roma e Juventus, e i contemporanei pareggi di Napoli, Fiorentina e Inter, le cui posizioni in classifica restano invariate, con i partenopei rispettivamente a più 6 sui viola e a più 5 sui nerazzurri, mentre coglie un’importante vittoria il Milan che si riavvicina alla Zona Europe League.

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