A dieci anni dalla sua nascita Facebook, o meglio, gli utenti che lo utilizzano, lo re-inventano per un ritorno nostalgico al "come eravamo...". E sì, perchè dopo tanti giochi ad invito, condivisione di stati, meme, foto delle vacanze, tag a raffica e inviti ad eventi... ecco la bacheca virtuale della nostra vita diviene un luogo di memoria, in cui far rivivere persone, ricordi, episodi che hanno caratterizzato le nostre comunità.
Negli ultimi giorni, molto rapidamente, si stanno diffondendo gruppi chiusi in cui gli aderenti vengono accettati solo in base ad un criterio: aver vissuto o vivere in un determinato paese. Ed ecco i gruppo "Sei di Cuggiono se...", "Sei di Mesero se...",... e via dicendo.
Giovani, adulti, associazioni, tutti dentro... a capofitto... nel ricordare gli elementi caratterizzanti della nostra gioventù, dei ricordi di scuola, delle estati e delle feste che hanno caratterizzato la nostra infanzia e segnato magari profondamente la nostra vita. Con un pizzico di malinconia si riportano a galla ricordi di persone che non vi sono più, luoghi di ritrovo ormai in disuso, simboli che hanno segnato generazioni di persone facendole sentire parte di una comunità. Un passato che rivive, in forma elettronica di racconto o di foto, segnando una condivisione forse fin inaspettata.
Capita spesso, infatti, di ritrovare in questi gruppi persone che non si sentono da anni, ma con cui si hanno condiviso momenti bellissimi di sport, di scuola,...
E con quella lieve malinconia di farci catapultare in quegli attimi eterni dei nostri ricordi, emerge però anche una triste constatazione: gli episodi, le persone, i luoghi, gli episodi che ci hanno fatto ridere o emozionare erano tutti episodi veri, non legati ad un condivisione virtuale fatta da un pc all'altro.