facebook telegram twitter whatsapp

Cuggiono, Storie

"Mio nonno nel 1943..."

Mio nonno si chiamava Mario Bazzetta, fu un militare italiano che dopo l’armistizio, il 10 settembre 1943, fu fatto prigioniero dai tedeschi e fu deportato in Germania, nel campo di concentramento di Mauthausen, in una sezione staccata. Inizialmente, lui ed i suoi compagni furono portati in una grande stanza, nella quale furono sottoposti ad una doccia di vapore; pensò che la sua fine purtroppo era arrivate e incominciò a pregare. Fortunatamente si trattava solo di una doccia disinfettante. Mi raccontava, che di notte, il cielo era sempre illuminato, scendeva una “strana polvere” e vi era un odore acre.
Dopo una settimana circa, lo caricarono ancora su un treno con destinazione Berlino, per un altro campo di concentramento. Qui incominciò il suo lavoro forzato per i tedeschi. Durante il tragitto giornaliero, dal campo alla fabbrica, incontrava sempre una piccola donnina anziana con gli occhi blu, come i suoi, la quale, di nascosto gli passava del pane e del burro, rischiando sempre la vita, perché per i militari tedeschi questo gesto era inaccettabile equiparandolo ad un tradimento. A Berlino inoltre s’incontrò con un altro prigioniero di Cuggiono, Emilio Crespi, “ul Fistè”.
In questo periodo di prigionia, dimagrì a dismisura, poiché la sua razione di cibo consisteva in un pezzo di pane nero, del brodo e occasionalmente un pezzetto di carne bollita ed un pochino di margarina. Lui e molti altri riuscirono a sopravvivere rubando gli scarti della mensa dei militari tedeschi.
Mi raccontava anche che, spesso se non tutte le notti venivano svegliati, portati in cortile dove, dopo l’appello, venivano contati e molte volte li facevano correre anche in mezzo alla neve fino al mattino, quando giungeva l’ora per andare a lavorare. Fu prigioniero dei tedeschi dal 10/9/1943 al 08/5/1945 e trattenuto dagli Alleati fino al 2 ottobre 1945.
Mio nonno, non amava raccontare la sua storia, ciò che aveva vissuto in quei 2 anni di prigionia, perché il dolore del ricordo era troppo forte nonostante fossero passati molti anni.

X

Preferenze per tutti i servizi

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Abilitando l'uso dei servizi di terze parti, accetti la ricezione dei cookies e l'uso delle tecnologie analitiche necessarie al loro funzionamento.

© 2009-2024 Comunicare Futuro Srl
C.F. e P.IVA 09364120965

Mobile version

Fai pubblicità con Logosnews
Gestione cookie     Privacy