I protagonisti, padre e figlia. La location, Turbigo. L’idea, infine, uno studio davvero all’avanguardia. “Galeotta fu quella domanda”, appunto di una figlia al papà: “Perché, nell’era delle energie rinnovabili, non provare a raccogliere la continua energia cinetica presente nel flusso dei fiumi e dei canali irrigui?”. E dalle parole ai fatti, il passo è stato breve. Il progetto che diventa realtà. Pronti via, si è messa subito al lavoro la famiglia Cinque ed eccola proprio nella cittadina del nostro territorio, là lungo l’alzaia del Naviglio Grande, per le prime prove sperimentali. “Negl.En.Co.” (Negletted Energies Collector) parte dalla semplice osservazione dei numerosi canali presenti in Lombardia (un brevetto con il quale si sta studiando la realizzazione del prototipo di una turbina mobile per un utilizzo nell’ambito del mini – idroelettrico. Solo uno studio tecnologicamente innovativo; non è prevista alcuna installazione), il resto, poi, sono stati il percorso di verifiche e analisi in questo campo, i confronti con l’ente di ricerca nazionale “Cineca” e la costruzione di un prototipo al vero. Fino all’arrivo a Turbigo per provare direttamente sul campo quanto concepito. “L’obiettivo della sperimentazione – sottolineano gli inventori, papà Giorgio e la figlia Gledis, lui che di professione fa il commerciante, lei, invece, l’attrice, ma con alle spalle una grandissima passione e studi approfonditi proprio nell’ambito della fisica – è solo quello di raccogliere dati e informazioni sulle caratteristiche di funzionamento della turbina nelle diverse condizioni (è importante sottolineare che non ci sarà, infatti, alcuna produzione di energia)”. “Tutto nasce da una normale osservazione dei vari canali che ci sono in Lombardia – continua Giorgio Cinque – La domanda è stata praticamente spontanea “Nell’era delle energie rinnovabili, perché non provare a raccogliere la continua energia cinetica presente nel flusso dei fiumi e dei canali irrigui? Subito, allora, sono iniziate le ricerche e lo studio nel mini – idroelettrico (che hanno portato al concepimento della turbina mobile “Negl.En.Co.”, la cui peculiarità, oltre all’impatto ambientale nullo ed al basso impatto paesaggistico, è la non forzatura e/o modificazione del naturale scorrimento dell’acqua. Ecco perché parliamo di “raccolta dell’energia” e non di produzione diretta), ed il confronto con l’ente di ricerca nazionale “Cineca” (che ha ritenuto interessante procedere direttamente ad una valutazione sperimentale, con la costruzione di un prototipo al vero – la realizzazione è stata affidata alla Porto Ricerca Snc di Lissone). La struttura, in materiale molto leggero e non inquinante, funziona grazie alla semi immersione in acqua ed è composta da vele di forma triangolare o trapezoidale (stiamo vagliando in questo momento quelle più performanti). Non ci sono, inoltre, disturbi acustici, in quanto il movimento delle varie parti avviene su cuscinetti”. Il progetto, infine, ha avuto l’autorizzazione e l’appoggio del Consorzio Villoresi, di Enel Green Power e del comune di Turbigo. (FOTO PUBBLIFOTO)