Firmato il protocollo del Piano di azione Milano Expo Mafia free. "Un fatto importante che conferma l'attenzione delle istituzioni per evitare infiltrazioni mafiose negli appalti" - dice il senatore del PD, Mirabelli. Intanto, sequestrati 50 terreni agricoli in Lombardia.
Firmato il protocollo del Piano di azione Milano Expo Mafia free. “È un fatto importante che conferma l’attenzione di tutte le istituzioni milanesi e nazionali per evitare infiltrazioni mafiose negli appalti per le opere di Expo e per impedire che la criminalità organizzata trovi nell’esposizione internazionale un’occasione di guadagno. Già si sta facendo molto, come dimostrano le numerose aziende a cui è stata interdetta la partecipazione sulla base dei controlli antimafia fatti dalla prefettura. Da oggi si mettono in campo misure ulteriori e il governo dà la disponibilità a investire anche per aumentare gli organici delle forze dell’ordine a Milano. Tutto questo è frutto di una comune battaglia per la legalità e della collaborazione istituzionale”. Questo il commento di Franco Mirabelli, senatore del Partito Democratico. “Le norme e le procedure di contrasto messe in atto su Expo sono innovative e possono fare di Expo Milano un modello da seguire per mettere le grandi opere di questo Paese in sicurezza rispetto alle infiltrazioni mafiose”. – prosegue il senatore PD – “In questa occasione è più che mai evidente che, alla forza della criminalità organizzata, lo Stato è in grado di contrapporre una maggiore capacità di contrasto quando tutti, al di là delle differenze, si impegnano su questo versante”.
INTANTO, 50 TERRENI AGRICOLI SEQUESTRATI IN LOMBARDIA
La mafia sale anche sul trattore. Secondo un’analisi di Coldiretti Lombardia su dati Anbsc, realizzata in occasione della firma, a Milano, del piano “Mafia free” tra Regione, Comune, Ministero dell’Interno e Società Expo, in Lombardia sono stati sequestrati alla criminalità organizzata 50 terreni agricoli e fabbricati rurali in 29 comuni fra Milano, Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Pavia, Sondrio e Varese. In totale sono 184 i centri dove lo Stato è intervenuto – spiega la Coldiretti regionale - delineando una “mappa della presenza mafiosa” che interessa, a livello di sequestri, il 12% del territorio lombardo e riguarda, per la maggior parte, appartamenti, ville, box, capannoni e attività commerciali. “La quantità dei beni confiscati – commenta Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia – è da un lato un indicatore preoccupante di infiltrazioni nei nostri territori, dall’altro però è il segnale di una grande attività di indagine e di repressione. Gli investimenti del crimine organizzato sembrano puntare in particolare sul settore immobiliare residenziale, come dimostrano i dati dell’Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati”. I 50 fra terreni agricoli e i fabbricati rurali sequestrati in Lombardia si trovano: 25 in provincia di Milano (a Bernate Ticino, Buccinasco, Cesano Boscone, Gaggiano, Milano, Nerviano, Rho, Sedriano e Segrate), 7 in provincia di Brescia (a Bovegno, Breno, Brescia, Calcinato, Capriano, Pezzaze e Soiano sul Lago), 7 nel Comasco (a Caslino D’erba, Erba, Lomazzo, Lurago d’Erba e Tavernerio), 4 nel Lecchese (Cesana Brianza, Costa Masnaga, Lecco e Olginate), 4 nel Pavese ( a Portalbera e Vigevano), 1 a Sondrio (Madesimo), 1 a Varese (Luino) e 1 a Bergamo (Berbenno). In totale in Lombardia sono 1.186 i beni sequestrati: si tratta della prima regione del centro nord e la quarta in Italia dopo Sicilia, Campania e Calabria. In provincia di Milano il 43% dei comuni (58 su 134) e in quella di Monza il 24% (13 su 55) è stata interessata dalla confisca di appartamenti, box, aziende, capannoni, attività commerciali e terreni agricoli riconducibili al crimine organizzato. La stessa cosa è avvenuta per quasi il 16% dei comuni bresciani (32 su 206), per il 13,5% di quelli in provincia di Varese (19 su 141), per il 10% in provincia di Como (16 su 160). Il 39% di tutti i 184 comuni dove si trovano beni confiscati è concentrato fra le province di Milano e Monza, il 25% riguarda la fascia prealpina fra Varese, Como e Lecco. L’asse Bergamo-Brescia pesa per un 23%, mentre l’area basso padana fra Mantova-Cremona-Lodi-Pavia incide per il 12%, mentre l’1% è in Valtellina.