"La struttura di Cuggiono non chiuderà, ma anzi verrà ampliata con l'attivazione dell'oculistica". Si è fatto il punto della situazione, l'altra sera, in un incontro.
Una domanda che tanti si pongono: quale futuro per ospedali e Asl in Lombardia nella futura nuova legge regionale? Se ne è discusso nell’incontro pubblico promosso dall’amministrazione comunale nel salone Aia di Villa Annoni. Il timore diffuso fra la gente è che si creino grandi accorpamenti di ospedali e Asl con conseguente chiusura dei servizi sociosanitari sul territorio. “Non si tratta di tagliare i posti letto - ha detto Fabio Rizzi, consigliere regionale della Lega che ha lanciato una bozza di proposta di nuova legge sanitaria - ma di avviare una riorganizzazione completa della rete sociosanitaria con una programmazione che risponda alle diverse esigenze del territorio. I servizi andranno dall’ospedale specialistico a quello periferico con gradazione delle intensità di cura; sarà razionalizzata l’offerta attraverso il confronto con i territori. Bisogna poi investire nella prevenzione che porterà in seguito a risparmi sulla spesa sanitaria”. L’attuale legge regionale in materia di sanità risale al 1997 e in sedici anni è cambiata la composizione sociale ed epidemiologica della popolazione, da qui la necessità, condivisa anche dalle forze di opposizione, di apportare modifiche. “Si deve ripartire dalle Asl - ha detto Carlo Borghetti, consigliere regionale Pd - e ritrovare la vera integrazione socio-sanitaria dei servizi erogati. Sanità pubblica e privata vanno riequilibrate ma entrambe sostenute. Va potenziata la prevenzione e i ticket devono essere modulati in base al reddito del paziente. E’ necessario un sistema di vigilanza omogeneo per tutte le Asl, a volte non sappiamo chi fa cosa e per chi”. Una riforma costa ma tutti i rappresentanti regionali presenti all’incontro si sono detti convinti che porterà poi risparmi effettivi perchè si tratta di spendere meglio i soldi che sono sul piatto. Si parla di circa 18 miliardi di euro e l’assessore al Bilancio Massimo Garavaglia si augura non ci siano tagli dal Governo, così si potrà intervenire sui costi del ticket a vantaggio dei cittadini. Di questi soldi, 640milioni di euro dovrebbero essere investiti nella sistemazione degli ospedali della Regione. Aprendo il suo intervento, Mario Mantovani, assessore regionale alla Sanità, ha sottolineato che “nessuno chiuderà l’ospedale di Cuggiono, anzi sarà potenziato con l’apertura di un reparto di oculistica con possibilità di interventi per patologie quali la cataratta”. Ha aggiunto che il principio di umanità deve essere al centro del luogo di cura e proporrà di cambiare il termine azienda ospedaliera nella nuova legge. “La salute è il bene principale - ha detto ancora Mantovani - e ho detto al Ministro Lorenzin che devono finire i tagli in questo settore o meglio si tagli in quelle Regioni dove i conti non tornano”. Dal pubblico la richiesta di avere tempi di attesa più brevi per tutte le prestazioni sanitarie e poi la domanda: Quando apriranno le nuove sale operatorie a Cuggiono? “In febbraio - ha risposto il direttore generale Carla Dotti - a causa di un ritardo sul collaudo amministrativo. Avremo tre sale operatorie completamente cablate”. L’incontro di martedì, che ha richiamato l’attenzione di cittadini ed istituzioni di tutto il castanese e del magentino, ha fatto seguito ad un altro importante incontro, svoltosi lo scorso venerdì a Palazzo Kuster a Cuggiono. L’iniziativa, denominata ‘Ripartire’, ha portato ad un incontro pubblico tra i cardiologi ospedalieri ed i cittadini, con la presenza della dott.ssa Dotti, del dott. Di Credito, del dott. Leoncini, del dott. Vitali e del dott. Lami.