Le minoranze sottoscrivono all'unanimatià una mozione di sfiducia al sindaco ed al suo vice. L'episodio è di qualche mese fa. Bocciata in consiglio comunale.
Tutta unita, la minoranza. Altrettanto compatta la maggioranza. E alla fine “niente di fatto”. Che la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco di Magnago e Bienate e del suo vice non sarebbe passata, in fondo gli stessi membri dell’opposizione lo sapevano fin dall’inizio, non per questo però si sono tirati indietro quando è stato il momento di presentarla. “I cittadini devono sapere – un coro unanime quello che si è alzato tra i banchi dell’opposizione da Andrea Coscetti (Sviluppo Lista Bienate – Magnago), Giovanni Colombo (indipendente) e Ferruccio Binaghi e Mario Ceriotti (entrambi de “Il Grande Centro”). “La coerenza, il rispetto e la verità devono essere alla base delle azioni di governo – ribadiscono Giovanni Colombo e Andrea Coscetti”. “L’Amministrazione comunale ha il compito di verificare e controllare ogni singola situazione – afferma Ferruccio Binaghi”. Le domande della minoranza sono differenti: “Se è successo ora, chissà che non possa accadere di nuovo o che magari non sia già accaduto? – ripetono – Perché non ammettono i propri errori? Prima si sostiene una versione, poi la si smentisce: è questo il modo di amministrare?”. L’episodio è di qualche mese fa: una richiesta di intervento alla polizia locale di una cittadina spaventata e impossibilitata ad entrare in casa da un cane lasciato libero in strada. “I vigili urbani sono stati chiamati alle 15.09 – dicono le opposizioni – Successivamente, alle 15.13, è partita una telefonata anche ai carabinieri che alle 15.19 hanno contattato i nostri agenti. L’arrivo sul posto, però, è avvenuto diversi minuti dopo. Abbiamo, quindi, chiesto chiarimenti in merito e ci è stata presentata una relazione del comandante della polizia locale che specificava che la chiamata era arrivata alle 15.25 (tra l’altro confermata dallo stesso vicesindaco Andrea Scampini). Falso: i tabulati telefonici dimostrano bene che erano le 15.09. Bastava accertarsi. Ma no! La maggioranza è andata avanti confermando la sua versione. Oppure ci avrebbero potuto spiegare che i vigili erano impegnati in altro servizio o che l’intervento non era di quelli della massima priorità (essendo la donna comunque al sicuro), e la questione sarebbe finita lì”. “L’ennesimo attacco strumentale delle minoranze – conclude il sindaco Carla Picco – Accanto all’orario sulla relazione c’è un “circa”, che indica appunto come non si tratta di uno spazio temporale preciso. La nostra attività è trasparente e la bocciatura della mozione dimostra la compattezza del gruppo, benché qualcuno voglia fare credere il contrario”.