L'uomo “prelevava” il denaro nelle cassette di sicurezza prima di consegnare i soldi al proprio istituto di vigilanza. Scoperto dalla Polizia e bloccato. E' di Castano Primo.
“Chi?”. “Cosa è successo?”. “Davvero?”. “Mi capitava di incrociarlo, nulla di più”. “So chi è, una persona normale”. Il ritornello è praticamente lo stesso, molti non sanno niente ed anche chi l’ha visto sul giornale, non poteva certo sapere che quel nome o quelle iniziali fossero di un loro concittadino. Ha letto il fatto e basta! Poi ha continuato a sfogliare il quotidiano. Il giorno dopo, la notizia non è ancora arrivata in paese (e forse non ci arriverà mai o magari se ne comincerà a parlare solo tra qualche ora, perché in fondo, anche se pur di una città si tratta, a Castano Primo ci si conosce tutti o quasi). I più, insomma, ne sono completamente all’oscuro, pochi, pochissimi, invece, l’hanno sentito, ma “Così, in piazza. Non ci ho dato troppo peso, sapete se ne raccontano di episodi che, alla fine, si rivelano privi di fondamenta”. Stavolta, però, sembra essere tutto vero (i dettagli e gli elementi raccolti saranno importanti per chiarire esattamente l’intera vicenda). Una storia per certi versi singolare, un episodio che lascia un senso di stupore e meraviglia. La cronaca: tra marzo e agosto di quest’anno una società di servizi di sorveglianza (tra le più note) si è accorta di alcuni ammanchi per un totale di circa 150 mila euro, in coincidenza con le operazioni agli sportelli bancomat di diverse banche del capoluogo lombardo e di “certe” persone in turno. C’era qualcosa di strano, così, subito i fatti sono stati segnalati alla Squadra Mobile di Milano ed alla sezione antirapine che si è attivata consigliando l’installazione di un sistema di videosorveglianza munito di telecamere con trasmissione in remoto. Se i sospetti erano fondati, allora le immagini avrebbero risolto il mistero. E infatti, il tempo di far partire le registrazioni e Marco S., guardia giurata appunto di Castano Primo, è stato colto sul fatto. Il copione era sempre lo stesso, l’uomo, con oltre 20 anni di servizio alle spalle, “prelevava” il denaro nelle cassette di sicurezza delle banche prima di consegnare i soldi al proprio istituto di vigilanza. Da solo, mentre il o i colleghi erano nel furgone, eccolo prendere le banconote (l’ammontare variava di volta in volta) durante le operazioni di “scarico della cassa continua”, ma l’altro giorno ad attenderlo alla filiale dell’Intesa San Paolo di Corso Buenos Aires a Milano c’erano le forze di polizia che lo hanno fermato. Agli agenti che gli contestavano gli ammanchi e che lo hanno sorpreso con la mazzetta del denaro appena rubato, il castanese ha ammesso le sue responsabilità ed avrebbe aggiunto inoltre che “Voleva mettere da parte i soldi per la pensione”. E così facendo, con il medesimo “trucco” e in varie banche, sembra fosse riuscito a racimolare una significativa somma (più di 100 mila euro, ritrovati nascosti nella sua abitazione, almeno dai riscontri effettuati appena dopo l’arresto e dai particolari che, in queste ore, sono al vaglio degli uomini della Squadra Mobile). Si lavora, dunque, per avere un quadro preciso e dettagliato della situazione, perché il buco da marzo ad agosto dovrebbe essere di 150 mila euro e, adesso, solamente un parte è stata rinvenuta.