Dopo la rapina dell'altro giorno alle serate di agosto in tenostruttura, tra i volontari dell'APS&TL c'è amarezza, tristezza e delusione. "Quei soldi sarebbero dovuti andare a chi ha bisogno, per colpa di due balordi tutto questo forse non sarà possibile".
Niente soldi in beneficenza. Non ce la fanno. “Vediamo. Ci ritroveremo appena dopo che la manifestazione sarà conclusa e valuteremo la situazione. Magari qualcosa riusciremo lo stesso a tirare fuori, ma purtroppo non sarà molto”. Il morale è basso, bassissimo, l’amarezza tanta, di chi ha speso ore ed ore nel volontariato e proprio per chi fa volontariato aveva deciso di scendere in campo e in un attimo si è visto portare via tutto. “Siamo tristi, demoralizzati – dice il presidente dell’Associazione di Promozione Sociale e Tempo Libero (APS&TL), Domenico Fusetti – Quell’episodio ci ha condizionato in tutto e per tutto”. Già, quell’episodio: la rapina che il gruppo ha subito proprio durante una delle tante serate di festa organizzate alla tensostruttura di via Mantegna a Castano Primo li ha segnati profondamente nel proseguo dell’intera iniziativa e soprattutto nel cuore, nell’anima, nello spirito e nelle finanze. L’1.15 – 1.30 di due domeniche fa, i malviventi (volto coperto ed armati di pistola e mazza da baseball) che fanno la loro comparsa e minacciano i 6/7 volontari dell’APS&TL, dell’Aiea (Associazione Italiana Esposti Amianto) e del Moci (Movimento per la cooperazione internazionale), con cui appunto si stava collaborando per l’estate nella città del nostro territorio, prima di dileguarsi con il denaro (3500/3700 euro in contanti). Il resto sono la paura, il terrore di quei pochi minuti, ma che se li vivi in prima persona sembrano interminabili, ed anche la rabbia di vedere i tuoi sforzi cancellati da due banditi che non si sono fermati neppure davanti al fatto che quanto portato via sarebbe poi dovuto andare in beneficenza. “Non è stato facile dopo – continua Fusetti – Abbiamo pensato di fermarci lì, di sospendere l’evento, alla fine però si è deciso di continuare come previsto dal calendario, per cercare di recuperare almeno una parte dell’incasso da devolvere in beneficenza come deciso e per la gente. Le serate successive, comunque, non sono state più le stesse: un fatto che difficilmente riusciremo a cancellare dalla nostra mente”. Domenico Fusetti si ferma un istante, domani c’è l’ultimo appuntamento di questi 29 giorni in tensostruttura, quindi il pensiero va al domani. “Una parte dei soldi che ci sono stati rubati erano destinati al Moci ed all’Aiea – conclude Fusetti – Adesso, invece, ci siamo trovati a dover fare delle scelte (i fornitori da saldare, l’affitto degli spazi ed il necessario per la festa). Magari qualcosa riusciremo ugualmente a mettere da parte; vedremo appena tutto sarà finito. C’è amarezza, rammarico, delusione e rabbia, per colpa di due balordi non possiamo aiutare gli altri, quelle realtà che si dedicano costantemente a chi è meno fortunato o si trova a confrontarsi con situazioni di disagio e difficoltà”.