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Turbigo

"Un uomo mandato da Dio"

“Predicava con letizia, usando tenerezza”. Non poteva forse esserci ricordo più bello, profondo e sincero che queste parole, usate dall'amico di una vita don Franco, per riassumere la devozione di don Domenico Scolari al sacerdozio. Nativo di Alfianello (Brescia), nel lontano 30 novembre 1934, don Domenico dopo una vita dedicata al Signore ha trascorso gli ultimi anni, in vicinanza di amici e parenti (le cinque sorelle che l'hanno accudito fino alla fine), prima di “tornare alla casa del Padre” lo scorso giovedì 1 agosto.
Da quattro anni era però, ormai, membro attivo della Comunità Pastorale Santa Maria in Binda, in particolar modo della parrocchia di Turbigo, seguita e amata pur nella malattia che ormai da tredici anni ne debilitava il fisico ma non il morale.
“Nel 2007 aveva festeggiato con tanta gioia il cinquantesimo di sacerdozio – ci ricordano i parenti – nonostante era ormai dal 2000 che la malattia era comparsa. Anche per questo, nel 2009, si è trasferito a Turbigo per proseguire le cure, pur continuando a servire il Signore nelle messe e nella pastorale quotidiana”. Una famiglia molto unita, la sua, che non gli ha mai fatto mancare l'affetto ed il sostegno, anche e sopratutto nelle ultime settimane in cui le forze venivano a mancare.
La sua 'storia' è segnata dalla devozione al Signore: dopo le elementari entra subito in seminario e diviene sacerdote all'età di 22 anni. Il primo servizio è a San Paolo (ora Oriano, vicino a Brescia), quindi passa a Tremosine, Costa Volpino e Colle Beato.
Nei solenni funerali dello scorso sabato, presso la parrocchia di Turbigo, erano molti i sacerdoti ed i fedeli che hanno voluto presenziare per ringraziarlo e dargli un ultimo ricordo, in particolare ricordiamo alcuni estratti di don Franco, sacerdote amico dai tempi di Colle Beato, espressi durante l'omelia: “Quando vedevi don Domenico non potevi non esclamare: 'Ma allora qualcuno ci crede davvero!', la sua era davvero una ricerca della Santità nella propria vita – ha detto – aveva un carattere forte e non servile, quando voleva qualcosa lo otteneva, sapendo spesso dire anche 'no' secchi. Per certi aspetti ha sempre seguito l'indirizzo di Papa Francesco, amando davvero la gente delle sue comunità, aiutando i poveri e gli ammalati. E' stato forte fino alla fine, portando con dignità anche il dolore della malattia, sicuramente grazie anche alla famiglia unica che lo ha sempre amato. Non posso davvero non ricordarlo così: 'Un uomo mandato da Dio per predicare con gioia e tenerezza”.

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