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Castano Primo

Mamma Vera e la tragedia 'desaparecidos'

Il periodo buio della dittatura, la perdita di una figlia e la volontà di combattere e lottare. Vera Vigevani Jarach e la storia dei desaparecidos argentini all'istituto Torno.

Il periodo buio della dittatura militare, il dolore di una mamma che si è vista portare via per sempre la propria figlia e il coraggio di scendere in campo in prima persona contro la tragedia dei desaparecidos argentini. Non ha mai smesso di combattere Vera Vigevani Jarach e con lei tante donne e madri; le une accanto alle altre hanno, poi, fondato anche il movimento “Madres de Plaza de Mayo” , per lottare e far sentire la loro voce. Ma importante è, contemporaneamente, riflettere, confrontarsi e raccontare queste terribili storie, così ecco che Vera ha iniziato a viaggiare per il mondo per parlare con la gente, le nuove generazioni, gli adulti e chi è più avanti con l’età. Roma, Firenze, Ferrara, Milano, da tre settimane sta tenendo diverse conferenze ogni giorno in molte università del nostro Paese e lunedì mattina arriverà anche all’istituto d’istruzione superiore Torno di Castano Primo. Un momento per stare con gli studenti e gli insegnanti, spiegando la terribile esperienza sua e del popolo argentino sotto la sanguinosa dittatura della giunta militare di Jorge Rafael Videla. “Ero in contatto con l’associazione “24 marzo onlus”, che si occupa di realizzare iniziative di cooperazione allo sviluppo, di promozione e di tutela del patrimonio ambientale, di aiuto umanitario e di educazione all’interculturalità – spiega l’insegnante di spagnolo della scuola castanese, Marta Bolognini, promotrice e organizzatrice dell’appuntamento – E’ stato Daniele Zuffanti, uno dei soci del gruppo, a propormi l’incontro con Vera Vigevani Jarach. Un’occasione di crescita e formazione non solo per i nostri ragazzi, ma per tutti”. Di origini italiane, nata a Milano nel 1928, Vera Vigevani Jarach è emigrata in Argentina dopo la promulgazione delle leggi razziali del 1939. Nel 1976, poi, sua figlia Franca è stata sequestrata e tenuta prigioniera per un mese nella tristemente famosa Esma, la scuola militare divenuta un vero e proprio lager, usata soprattutto per far partorire migliaia di figli di desaparecidos e dopo la prigionia è stata uccisa e gettata in mare con uno dei numerosi voli della morte. Nel 2011, infine, Vera ha ricevuto dalle mani del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, il riconoscimento dell’Ambrogino d’oro.

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