Dino Crivelli, una bandiera ed un punto di riferimento per il GS Castanese. E' stato tra i fondatori della storica società di calcio e oggi sono 46 anni sempre nel gruppo.
Crescere a pane e calcio. Tanto calcio, non c’è dubbio. Sempre gli stessi colori, sempre la stessa maglia e sempre anche lo stesso campo da gioco, lo stadio, là alla periferia di Castano Primo. E quest’anno per Dino Crivelli saranno 46 anni con il Gruppo Sportivo Castanese (per la 46esima candelina sulla torta, però, bisognerà attendere il prossimo mese di luglio). Le immagini ed i ricordi sono ancora chiari e nitidi nella memoria, tutti custoditi nell’album dei ricordi personali. Tre amici, Crivelli, appunto, con lui Annibale Sacchi e Adriano Colombo, poi anche Leopoldo Macchi e Luigi Redaelli, e un’unica grande passione: il calcio. Così, nel 1967, l’idea “Perché non fondiamo una società sportiva?”. Detto, fatto… il passo è stato questione di attimi ed il GS Castanese, ben presto, è diventato qualcosa di più di un semplice sogno e progetto. “Tra di noi si organizzava, ormai da anni, il torneo “Stand 2000” ed una parte del ricavato della manifestazione veniva data al comune – spiega lo stesso Crivelli – Una volta, però, chiacchierando ci siamo ribaditi che sarebbe stato bello avere una realtà calcistica che rappresentasse Castano”. Non si è perso tempo, dunque: c’era da formalizzare la decisione e programmare l’attività. “Agli inizi doveva essere un momento per stare insieme e praticare ciò che ci piaceva fare, ossia giocare a pallone – continua – Ma quando alla prima partita nel campionato di Terza Divisione ci siamo trovati davanti oltre 150 persone a fare il tifo, abbiamo capito che il gruppo stava diventando qualcosa di serio”. Dal 1967 ad oggi, quante immagini e quanti ragazzi che sono cresciuti tra le fila della Castanese, e Dino Crivelli che è sempre rimasto lì: prima vicepresidente, quindi presidente, ancora consigliere e adesso presidente onorario. “Quarantasei anni indimenticabili – conclude – Non c’è un ricordo particolare, ce ne sono diversi. Se proprio devo dirne uno, beh… il periodo della presidenza Miramonti. Erano gli anni ’80, siamo arrivati fino all’Interregionale sfiorando la serie C. E le trasferte in pullman, che si vinceva o perdeva durante il ritorno a casa l’atmosfera era comunque di festa e amicizia”.