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Fuori campo

La Juve è campione d'Italia

Scudetto per i bianconeri. Bene anche Milan, Roma e Lazio, che sconfiggono Torino, Fiorentina e Bologna. Altro stop per l'Inter, sconfitto nel posticipo dal Napoli.

Ad aprire la 35esima giornata di serie A è la sfida tra CHIEVO VERONA e CAGLIARI che termina 0 a 0. Il match è caratterizzato dalla noia e dal tatticismo, con le due squadre che non hanno più nulla da chiedere al campionato vista la salvezza ormai raggiunta. Pronti via, ed è subito il Cagliari a costruire una buona azione con Conti che trova Sau con un preciso lancio, con l’attaccante che stoppa e conclude di potenza, con Puggioni ottimo nel riflesso. Poi, la partita cala drasticamente di tono e vive soprattutto sul filo dell’equilibrio con il gran lavoro di entrambi i reparti mediani, abili a distruggere le pericolose trame di gioco avversarie, con le due squadre che spesso tentano di verticalizzare per le punte con i loro uomini di maggiore qualità, Rigoni per il Chievo, Naingollan e Conti per il Cagliari, con l’unica interessante occasione che si sviluppa negli ultimi minuti, con un cross di Thereau che vede Frey, libero sul secondo palo, appoggiare per l’accorrente Dramé, che, di destro, colpisce con potenza, chiamando alla grande risposta Agazzi. Il secondo tempo vede il Chievo tentare di cambiare atteggiamento, aumentando la pressione, alzando i terzini (Dramé e Frey) che effettuano maggiori incursioni e cross, al pari delle mezz’ali Luciano e Hetemaj che si inseriscono maggiormente tra le linee, supportando maggiormente le punte, con il Cagliari costretto a colpire spesso di rimessa. Nessuna occasione degna di nota viene però prodotta, e anzi, col passare dei minuti ci saranno solo imprecisioni e gioco spezzettato da ambedue le squadre. con le poche occasioni che scaturiscono negli ultimi minuti, con velleitari tiri dalla distanza per il risultato finale che accontenta entrambe le squadre.
Bella e intensa è la sfida tra FIORENTINA e ROMA, che vince per 1 a 0. Inizio molto aggressivo della Roma che limita le geometrie dei portatori di palla avversari, affidandosi alla manovra offensiva, alla qualità di Totti, che cerca di servire nello spazio inserimenti dei centrocampisti, e alle sovrapposizioni dei terzini, che mettono palle interessanti per un Osvaldo ben marcato, con la miglior occasione che capita sulla testa di Florenzi, che ben servito da un cioccolatino di Totti, alza troppo il pallone. La Fiorentina prende le contromisure e, con il consueto e rapido giro palla, libera spesso spazi soprattutto sulle fasce laterali, dalle quali scaturiscono le maggiori occasioni: con un destro, a botta sicura, di Valero, sventato da un grande intervento di Burdisso, la conclusione sull’esterno della rete di Cuadrado e infine, un potente sinistro da distanza ravvicinata di Jovetic, deviato sul palo da uno strepitoso intervento di Goicoechea. Il secondo tempo si apre con il forcing dei viola che alzano il baricentro, aumentano la pressione sugli avversari, con continui attacchi che si sviluppano da più parti del campo, con un grande alternarsi di soluzioni. L’avvolgente manovra toscana libera spesso sulle fasce laterali, con i continui e tagliati cross di Pasqual, i numerosi tentativi di uno contro uno e le conclusioni di Ljajic e Cuadrado. La cerniera di sinistra (Pasqual e Ljajic) è molto produttiva e la buona intesa tra i due libera spesso al tiro il serbo. La Roma, fino a quel momento costretta a sporadiche ripartenze di Osvaldo e Totti, in una delle pochissime azioni prodotte con Torosidis (uno dei pochi a cercare di spingere con continuità sulla fascia) serve Osvaldo, che punisce i viola con un colpo di testa che regala un’inaspettata vittoria finale ai suoi.
Termina per 3 a 1 la sfida tra UDINESE e SAMPDORIA. Partita con la Samp che inizialmente si fa preferire, difendendo soprattutto centralmente, limitando così il talento di Zielinski e gli spazi di verticalizzazione per Di Natale, con Poli, che spesso in posizione di trequartista, cerca Eder e Icardi, che con rapidi scambi e cambi di posizione, creano imprevedibilità. L’Udinese, invece, gestisce il possesso palla senza però trovare l’imbucata vincente, con i centrocampisti più talentuosi Pereyra e Allan, che non riescono a concretizzare il lancio vincente, con la rete che arriva un po’ a sorpresa, con Domizzi che crossa la prima palla giocabile per Di Natale, che è implacabile nello stoppare, e incrociare il sinistro vincente nell’angolo che vale l’1 a 0. La Samp, colpita, alza il baricentro dando maggior sostegno agli attaccanti, con gli esterni De Silvestri e Estigarribia, che attaccano con più continuità, con Icardi che smarca Eder, che controlla e libera un potente destro, che si infila nell’angolino basso per l’1 a 1. Il secondo tempo vede ancora la Samp farsi preferire nei primi minuti, sulla fascia destra, dove De Silvestri e Poli, trovano spesso lo spazio per il cross, ma viene punita come nel primo tempo, al primo affondo friulano, con Danilo, che pesca Di Natale con un preciso lancio, con l’attaccante napoletano, che con un tocco sopraffino anticipa in uscita Romero per il 2 a 1. La Samp tenta ancora una reazione, affidandosi al suo miglior uomo Eder, devastante con le sue accelerazioni sulla trequarti, che crea le migliori occasioni per i suoi, con un tiro da fuori controllato con molta apprensione da Brkic, che devia in angolo con un gran riflesso, e, in versione assist man, per Sansone, che centra un clamoroso palo. L’Udinese sfrutta gli spazi lasciati dagli avversari, inserendo Muriel, che, dopo essere andato vicino al gol su un contropiede orchestrato con Di Natale, chiude la partita a pochi minuti dal termine, con un bel destro incrociato che vale il 3 a 1 finale.
Termina per 1 a 0 la sfida tra JUVENTUS e PALERMO, che consegna il tricolore ai bianconeri. Partita orchestrata dai padroni di casa, che con il consueto giro palla, coinvolgono numerosi effettivi nella manovra d’attacco, con il gran lavoro degli attaccanti, nel dialogare, cercare il tiro da fuori e servire i puntuali inserimenti dei centrocampisti con Pogba ancora tra i migliori, e con gli esterni bravi a supportare l’azione d’attacco. Prima occasione per Vidal, che dal limite dell’area colpisce fuori; poi è Vucinic, a tu per tu con Sorrentino, a farsi ipnotizzare dal numero 1 rosanero, con gli avversari che tentano di rispondere con l’arma delle ripartenze e con Miccoli, ma senza riuscirci. La ripresa vede il Palermo continuare a difendersi con ordine, cercare di far male negli spazi, con Miccoli che angola di poco fuori un bel diagonale, ma poco dopo, paga caro un errore difensivo di Donati, che atterra Vucinic e causa il rigore freddamente realizzato da Vidal. La rete da morale alla Juve, che continua ad attaccare, con Asamoah, che pennella in mezzo e l’accorrente Chiellini angola di testa di poco a lato, con Vucinic che lanciato in profondità, impegna Sorrentino, e con Quagliarella che centra una clamorosa traversa, a sancire la superiorità bianconera, scalfita solo da alcune giocate personali, con un tiro a giro di sinistro a firma Hernandez, che termina di poco a lato per la vittoria finale.
Termina per 1 a 0 la sfida tra MILAN e TORINO. Parte meglio il Toro, che schierato con la difesa a 5, ha spesso la possibilità di impostare ai centrali di difesa, con i sapienti piedi di Ogbonna, che trovano spesso la profondità per i rapidi Cerci e Barreto, con l’attaccante romano, lanciato da Darmian, che di sinistro colpisce debolmente, e ancora con Cerci, che su azione di contropiede, smarca ottimamente Barreto, che a tu per tu con Abbiati, cestina una clamorosa occasione. Il Milan, invece, nella folta difesa granata, vede il tridente Balotelli, Boateng ed El Shaarawy, che fatica a trovare spazio, creando solo qualche tiro da fuori degli ultimi due, con Balotelli quasi mai pericoloso, al pari dei centrocampisti, i cui inserimenti vengono spesso letti in anticipo dagli avversari, con i pochi spazi, che si sviluppano sulla corsia di destra, con Abate, che cerca a più riprese di sfondare, con i rossoneri, che producono poche azioni pericolose, con un tiro da fuori di Muntari, sventato da Gillet, reattivo anche sulla respinta che porta al tiro Boateng, e su calcio d’angolo con Mexes, che di testa, viene fermato da un fortunoso intervento del portiere. Il secondo tempo vede il Milan aumentare ulteriormente la pressione e attaccare con continuità, cercando di mettere palloni interessanti dagli esterni, con innumerevoli cross dei vari Boateng, Abate e Konstant, e alcuni velleitari tiri da fuori di quest’ultimo e di Muntari, con un Toro solidissimo, che cerca di far male in contropiede con rapide ripartenze orchestrate da Cerci, che confeziona 2 palle gol per i compagni, prima trovando Barreto, fermato da un gran riflesso di Abbiati,e poi Di Cesare, il cui diagonale termina di poco a lato. Il Milan tenta il tutto per tutto, inserendo Robinho, Pazzini e Niang, cercando così di sfruttare la fisicità di Balotelli e Pazzini in area, con Nocerino, che crossa sul secondo palo, dove Mexes, fa sponda di testa, trovando l’accorrente Balotelli, che insacca l’1 a 0, che punisce l’unica disattenzione in marcatura del Toro, per la preziosissima vittoria finale.
Termina per 6 a 0 la sfida tra LAZIO e BOLOGNA. Partita mai in discussione, con una Lazio devastante sulla trequarti, con i continui inserimenti dei centrocampisti che sfondano ripetutamente creando superiorità numerica, servendo con continuità Klose, che è implacabile nello smarcarsi e freddissimo nella finalizzazione. Dopo pochi minuti, è proprio lui a sbloccare il risultato ribadendo in rete un tiro respinto di Candreva, con Hernanes che, poco dopo, trova una parabola imprendibile, con un destro a giro da fuori area, per il 2 a 0, al quale fa seguito una doppietta di Klose, su assist di Lulic prima, e di Konko poi, che chiude già virtualmente il primo tempo. La ripresa è ancora un monologo biancoceleste, con un Bologna mai sceso in campo, che non riesce a costruire nessuna palla gol, senza mai trovare palloni giocabili per le punte, con un Diamanti spento e un Giardino mai pericoloso e sostituito, con la Lazio che trova altri due gol, ancora con Klose, su assist di Candreva e Floccari, per la meritata vittoria finale.
Termina per 3 a 0 la sfida tra CATANIA e SIENA. Partita dominata dagli etnei, con i rapidi esterni d’attacco che, in giornata di grazia, mettono in continua apprensione la difesa avversaria, servendo con precisione un’implacabile Bergessio, a fronte di un Siena, lento e impacciato, che non costruisce mai nulla, faticando a costruire azioni manovrate, con solo un rigore invocato da Emeghara. Pochi minuti e il Catania è già in vantaggio, con Castro che, servito in profondità, si accentra e serve una palla d’oro per Bergessio, che di sinistro, trova l’angolo basso che vale l’1 a 0. La ripresa è sempre dominata dal Catania, che dopo pochi minuti trova il 2 a 0 di Bergessio grazie ad una palla d’oro di Izco, gol al quale fa seguito la tripletta personale dell’attaccante argentino, che su cross di Barrientos, trova ancora di sinistro la rete, a fronte di un Siena, che ha nel solo Sestu la voglia di non arrendersi, con giocate personali sulla fascia, e tentativi dalla distanza, con Frison, bravo a neutralizzarne la pericolosa conclusione.
Termina per 4 a 1 la sfida tra GENOA e PESCARA. I rossoblu si mostrano sin da subito molto solidi e affamati, sosenendo al meglio il proprio terminale offensivo Borriello, con i tre di centrocampo (Vargas su tutti, abile a proporsi in fase offensiva) che lo cercano con traversoni e cross. Coprono nella fase difensiva, con Bertolacci, che ben dialoga con Borriello, trovando giocate di qualità, contro un avversario che non ha nulla da perdere e cerca di giocarsela, disputando un buon inizio di gara, in cui si rende propositivo con la manovra d’attacco, che si sviluppa sulla destra, con le continue sovrapposizioni e cross di Zanon, e sulla trequarti, con Sculli, molto attivo nell’uno contro uno, a cercare Sforzini. Il Genoa, dopo aver rischiato sulle buone trame avversarie, inizia a macinare gioco e si porta in vantaggio, con una punizione di Matuzalem, che prolungata da Manfredini, diventa un assist vincente per la zuccata dell’1 a 0 di Floro Flores. I padroni di casa non si fermano: gli attaccanti si trovano, con Borriello, che su palla lunga di Rigoni, stoppa, si accentra, e scarica il poderoso sinistro del 2 a 0, che sembra chiudere virtualmente il match, anche se l’orgoglio del Pescara, la perpetua spinta di Zanon e la gran giornata dell’ex Sculli, valgono il 2 a 1 dell’attaccante su cross del terzino. Il secondo tempo vede un Genoa straripante in avanti, con Borriello che raccoglie un passaggio di Bertolacci e scarica una sassata sotto la traversa per il 3 a 1, con il compagno di reparto, che pochi minuti dopo, chiude definitivamente il match, sfruttando un errore difensivo abruzzese e scaricando in rete il sinistro, a porta semi sguarnita, per la fondamentale vittoria finale.
Termina per 2 a 0 la sfida tra PARMA e ATALANTA. Partita equilibrata tra due squadre in salute, che si difendono bene, concedendo poco agli avversari, con l’Atalanta, che manovra, cercando di costruire palloni giocabili nella ripartenza per un ben marcato Denis, con Maxi Moralez e Bonaventura, che sprecano diverse occasioni, e il Parma, che cerca anch’esso di sfruttare la fisicità di Amauri e Belfodil, con le giocate in velocità sulla fascia, alternando però pericolosi tagli tra le linee dei centrocampisti, con Parolo,che, sul finire di tempo trova col sinistro l’1 a 0. La seconda frazione si apre con un buon inizio dell’Atalanta, che aumenta il ritmo e alza il baricentro, attaccando con insistenza, sia sulla trequarti (con Moralez e Ventura) che dalla fasce, con i terzini che spingono con maggior continuità, con un debole colpo di testa di Denis, e un tiro dalla distanza di Brivio, ben parato da Mirante. Il Parma sfrutta al meglio gli spazi che si creano, prima con un tentativo di Parolo, deviato da Consigli, e poi con lo scatenato Biabiany,che raccoglie un prezioso assist di Amauri e incrocia il destro del 2 a 0. Gli ospiti tentano la reazione con le iniziative di De Luca, Bonaventura e Cigarini,ma la difesa di casa è attenta e il risultato non cambia.
Chiude la 35esima di campionato la sfida tra NAPOLI ed INTER, che termina per 3 a 1 a favore dei partenopei. Pronti via ed è subito il Napoli a trovare il gol con Cavani, che scatta in mezzo a due difensori e deposita freddamente in rete l’1 a 0. L’Inter non si scompone e sopperisce alla mancanza di una punta di ruolo, con il gran movimento e scambio di posizione dei centrocampisti, che creano buona ampiezza alla manovra, con Guarin pericoloso su punizione e Pereyra che, servito in posizione di centravanti, impegna seriamente De Sanctis con un preciso sinistro rasoterra. Nonostante i nerazzurri siano propositivi, il Napoli continua ad essere pericoloso con la gran forza d’urto degli esterni, perennemente in proiezione offensiva, e sulla trequarti, dove alle giocate di Hamsik e Pandev, si alternano gli inserimenti di Dzemaili, con Cavani, che su assist di Hamsik,angola troppo il destro. Il buon smistamento palla dell’Inter, libera interessanti spazi nel campo, con Kovacic, che serve Alvarez, che, steso in area, realizza lui stesso il penalty che vale l’1 a 1. Il Napoli reagisce, e dopo alcuni tentativi a firma di Dzemaili e Hamsik, trova in Zuniga l’incursione vincente, con il colombiano, che, steso, procura il rigore, realizzato da Cavani per il 2 a 1. La ripresa vede l’Inter alzare il baricentro nel tentativo di riaprire il match. Produce buona mole di gioco, tra cui un pericoloso tiro di Alvarez (ben respinto da De Sanctis) ma si scontra con una più attenta difesa del Napoli, ed i limiti strutturali del momento (la mancanza di una vera prima punta) tolgono alla squadra la profondità e la pericolosità in mezzo all’area. I Partenopei sono solidi e aspettano il momento giusto per far male nelle ripartenze, con Pandev che serve Cavani, che, sottoporta, devia di pochissimo a lato, per poi essere implacabile in un’altra azione, che a pochi minuti dalla fine chiude il match, con l’uruguaiano, che allarga per Pandev e attacca il secondo palo, dove sa che è indirizzato il passaggio di Pandev, deviando con tempismo in rete in scivolata per il 3 a 1 finale.
Tirando le somme, la Juventus festeggia la conquista dello scudetto, il Napoli rinforza il secondo posto, mentre il Milan mangia 4 punti alla Fiorentina ed è solo al terzo posto. Vittoria anche per Roma e Lazio, male ancora l’Inter, con la lotta salvezza che vede il Toro a un solo punto dal Genoa, quart’ultimo.

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