Quanti novaresi sanno che, una volta al mese, nel territorio di Novara (e in altre realtà piemontesi) transitano treni che trasportano scorie nucleari?
Quanti novaresi sanno che, una volta al mese, nel territorio di Novara (e in altre realtà piemontesi) transitano treni che trasportano scorie nucleari? Sentito un congruo numero di cittadini, l’esito è preoccupante: pochissimi lo sanno e gli altri continuano a dormire sonni tranquilli, ignari del fatto che sui binari ferroviari della loro città la morte stia viaggiando su un treno merci. Il treno “radioattivo” transita di notte col suo carico partendo da Vercelli, passando da Novara, Alessandria, Asti, Torino per raggiungere la Valsusa e il Frejus. Questo perché in Italia non esiste ancora un deposito definitivo di stoccaggio per materiali radioattivi, salvo un deposito temporaneo a Saluggia, nella provincia di Vercelli. Nel 2005, l’allora ministro per lo sviluppo economico Pierluigi Bersani firmò un accordo col ministro francese Loos; l’accordo prevedeva che tutte le scorie nucleari fossero trasportate in Francia presso il sito di Le Hague e sottoposte a riprocessazione, quindi rispedite in Italia entro il 2025. La riprocessazione è un trattamento chimico a seguito del quale le scorie vengono reimpiegate nelle centrali nucleari. Legambiente ha fortemente contestato la totale assenza di informazione ai cittadini, tra l’altro prevista dalla legge, specificando che ciò non consente ai residenti nelle località interessate di poter attuare il protocollo d’emergenza, previsto in caso di eventuali incidenti. Nel mese scorso, la stazione di Novara è stata oggetto di un presidio da parte di manifestanti per il previsto passaggio del treno delle scorie, ma le cattive condizioni meteorologiche in Francia ne hanno soppresso la partenza da Vercelli (il treno è comunque partito qualche giorno dopo). Il M5S novarese ricorda che la regione Piemonte ha una legge che prevede un piano d’emergenza, secondo cui tutti i cittadini che abitano nel raggio di tre chilometri dalla ferrovia dovrebbero effettuare esercitazioni, tese ad insegnare i comportamenti da adottare in caso di emergenza. L’unica misura consigliata dalle Prefetture, secondo il M5S, è quella di chiudersi in casa. Che dice, a tal proposito, l’amministrazione comunale novarese? Nulla. Da parte nostra, abbiamo cercato un contatto, delle risposte tramite l’ufficio stampa del Comune, ma a rispondere è solo il silenzio. Lo stesso che accompagna il sonno dei novaresi, ignari del fatto che a due passi dalle loro case la morte stia viaggiando sul treno.