Il Comitato per Pernate torna a far sentire la sua voce sulla 'Porta di Novara', area ad est della città interessata dall'espansione del Cim (Centro Intermodale Merci).
Torna a farsi sentire il Comitato per Pernate dopo la presentazione pubblica della “Porta di Novara”, area a est della città interessata dall’espansione del Cim (Centro Intermodale Merci). A preoccupare i pernatesi è in particolare l’impatto ambientale che l’opera avrebbe su territorio e abitanti del quartiere periferico. “E’ comprensibile- dicono- che il Cim metta in risalto la parte positiva del progetto, però la moneta ha due facce. Programmare un nuovo sviluppo prendendo come modello l’impianto intermodale di Verona, molto più grande di quello di Novara, è una forzatura. A Verona l’attività è diversa e rispecchia il contesto in cui è inserita; a Novara ci si muove su delle speranze e anche su degli azzardi, quale offrire il servizio lavaggio cisterne a un chilometro dalla Cupola di San Gaudenzio”. Il Comitato per Pernate ha focalizzato l’attenzione sulla necessità che, parallelamente ai piani preliminari, siano definiti anche gli interventi collaterali atti a sistemare l’urbanistica, l’idraulica, i servizi e quant’altro, in modo da avere la conoscenza dei costi e i relativi finanziamenti in tempo utile. “Tale analisi non può essere assolutamente rimandata dopo il progetto esecutivo. Sono diversi anni ormai che giudichiamo poco realistici i piani del Cim. I fatti, le inadempienze, le promesse mancate ci danno ragione. Si teme la cattedrale nel deserto e anche se oggi l’interporto è l’unica prospettiva imprenditoriale esistente a Novara, non vuol dire che tutto vada bene”.