Se nell’Ottocento la popolazione italiana ammontava a 40 milioni, e si lavorava moltissimo (con altrettanta fatica), oggi viviamo in 60 milioni e si riesce a produrre tanto, lavorando meno. Alla base di questo miglioramento delle condizioni produttive vi è l’opera di grandi uomini della borghesia italiana, vissuta a cavallo tra Ottocento e Novecento. Erano uomini che hanno deciso di mettere in gioco le proprie capacità per rendere vivo e operoso il territorio nazionale. In particolare la nostra area dell’Alto Milanese ha dato alla luce moltissimi personaggi che hanno spesso lavorato gratuitamente per sviluppare il tessuto economico-sociale dei nostri comuni. Questo argomento ha ispirato Giuseppe Leoni, che ha presentato lo scorso giovedì 15 novembre, presso la Sala Consiliare del Comune di Robecchetto con Induno, il suo ultimo lavoro dal titolo ‘Uomini Nostri. Imprenditorialità e umanità nella modernizzazione dell’Alto Milanese’. L’opera è stata realizzata grazie al contributo della Fondazione ‘Primo Candiani ONLUS’. Primo Candiani (fondatore della nota impresa tessile robecchettese ndr) è una delle tante figure che Leoni ha voluto presentare come esempio di imprenditore ricco di umanità e attenzione per il suo territorio e la sua gente. Lungo un percorso che dal Settecento (e spesso anche prima) è arrivato fino ai giorni nostri, l’autore ha riportato alla memoria numerosi borghesi imprenditori, tra cui l’ingegner Luigi Tatti (che progettò gratuitamente il primo ponte sul Ticino), Gaudenzio Fantoli (che ideò la diga della Miorina per regolare le acque del Ticino) ed Eugenio Villoresi (che progettò il noto canale d’irrigazione, che conduce le acque del Ticino lungo un percorso di 83 chilometri che si snoda su tutto l’Alto Milanese) solo per citarne alcuni. Il volume potrebbe essere visto come un elenco di uomini che, con coraggio e creatività, si sono attivati nel concreto per ridare speranza, sviluppo e lavoro in un clima economicamente e socialmente difficile. Un clima non lontano da quello che stiamo vivendo oggi.