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Storie, Castano Primo

Come un'orchidea: "Ho sconfitto il cancro"

A 15 anni il primo tumore alle ossa, 24 anni dopo un altro cancro, al seno: la storia della castanese Marzia Pinotti. Il suo libro sarà presentato in biblioteca sabato 4 maggio.

"In apparenza delicata e fragile come un’orchidea, in realtà tanto forte da essere riuscita a sconfiggere per ben due volte il cancro”. La forza ed il coraggio di lottare sempre e comunque, anche quando il destino e la vita all’improvviso decidono di voltarti le spalle. Marzia Pinotti ce l’ha fatta, ma ha voluto che la sua esperienza (o come lei l’ha definita “questo mio viaggio”) diventasse un’occasione per riflettere e per parlare con e alla gente. ‘Come un’orchidea’, quindi, è molto di più di un libro, è “il mio diario - riprendendo la stessa autrice - Uno sfogo quotidiano con un’amica immaginaria, alla quale ho descritto i miei stati d’animo, le mie emozioni, le paure e tutti i dubbi”. E sarà presentato il prossimo 4 maggio, alle 16.30, in biblioteca (con la partecipazione di Sandra Meneghin). “La mia storia è stata difficile; talvolta gli incontri l’hanno resa radiosa, altre volte malinconica e triste, ciascuno, però, mi ha lasciato qualcosa e di questo vi sono pubblicamente grata”. LA STORIA DI MARZIA: La prima volta ha solo 15 anni quando le viene diagnosticato un tumore alle ossa. “Avevo dei forti dolori all’inguine – racconta – Poi i controlli mi hanno confermato che si trattava di cancro. Sono iniziate le cure, i ricoveri in ospedale, ma la voglia di lottare era troppo grande per lasciarmi andare”. Così, Marzia ha superato quel difficile momento. Ventiquattro anni dopo, però, ecco la seconda durissima prova: un altro tumore, stavolta al seno. “Era il 2009 – spiega – avevo 39 anni. Un colpo terribile, non sapevo più cosa pensare, comunque non volevo di certo arrendermi e la vicinanza delle persone care, delle amiche, diversi medici umani e le infermiere comprensive sono state un sostegno importante. Essere se stessi, sdrammatizzare le situazioni più difficili e non colpevolizzarsi per la malattia, parlarne ed informarsi e, soprattutto, essere circondati da tanto affetto: ecco un aiuto concreto per affrontare il tutto con coraggio e vincere. Perché ognuno di noi è speciale”.

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