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Fuori campo

La Juve è quasi 'tricolore'

I bianconeri ormai vedono lo scudetto. Napoli che blinda il 2° posto, mentre il Milan si fa avvicinare dalla Fiorentina. Europa League e salvezza apertissime.

La 33esima giornata di campionato si apre con la sfida tra GENOA e ATALANTA che termina sull’1 a 1. Partita molto tattica e nervosa, che si sblocca nei primi minuti, con un gol per parte, scaturiti entrambi da calcio piazzato: sono prima i rossoblu a trovare il vantaggio, con Floro Flores, che svetta di testa su una bella punizione tagliata di Matuzalem, con l’Atalanta che, dopo un pericoloso colpo di testa di Lucchini, trova il pari ancora da calcio d’angolo con Del Grosso che, dal limite dell’area, indovina il sinistro vincente dell’1 a 1. La seconda frazione di gioco vive sui binari della prima, con il Genoa che ci prova con maggior insistenza, affidandosi alle sole giocate dei singoli sulla trequarti, con un bell’assist di Bertolacci per Jankovic, che colpisce al volo di poco fuori, al quale risponde un’ordinatissima Atalanta, che quando può riparte negli spazi, con Cigarini che ci prova da fuori area, colpendo di poco a lato, con il match, che si spegne senza grandi sussulti per l’1 a 1 finale, che mette ancora più nei guai il Genoa per la lotta salvezza. Termina per 1 a 0 la sfida tra UDINESE e LAZIO. Nel primo tempo, le due squadre si scontrano a viso aperto, con i biancocelesti che sviluppano il gioco sulla trequarti con rapidi scambi e inserimenti dei centrocampisti a servire Klose e le puntuali sovrapposizioni dei terzini. L’Udinese, al pari dell’avversario, cerca il suo primo terminale offensivo, con i buoni affondi sulla fascia di Basta e le geometrie dei mediani che, con pericolosi tagli, si inseriscono tra le linee trovando spazi in area, con Pereyra che scambia con Gabriel Silva, mettendo in mezzo per Di Natale, che insacca l’1 a 0 con uno splendido destro al volo, al quale tenta di rispondere Ledesma che raccoglie un cross di Stankevicius indirizzato a Klose e impegna Brkic con un bel sinistro. La ripresa vede la Lazio attaccare con maggiore insistenza, scontrarsi con l’attenta difesa friulana con i tentativi ancora dagli esterni, con incursioni e cross, e centralmente con l’ingresso di Hernanes, per dare maggior qualità alla manovra, senza però mai trovare l’imbucata per i compagni, con Klose ben marcato e quasi mai pericoloso. L’Udinese, dal canto suo, riparte negli spazi inevitabilmente lasciati dagli avversari, con il duo Di Natale-Zielinski, devastante sulla trequarti, con imprevedibili uno-due, che portano a sfiorare in più circostanze il raddoppio, per la meritata vittoria finale. Termina per 1 a 0 la sfida tra INTER e PARMA. Buon inizio per i nerazzurri, con il gioco che, ben orchestrato da Kovacic, si sviluppa soprattutto sulla destra, dove la cerniera Jonathan-Zanetti produce diversi cross interessanti, oltre agli inserimenti dei centrocampisti che supportano l’unica punta Rocchi, tentando di far male da fuori. Prima interessante occasione per Kuzmanovic, che riceve da Schelotto e calcia di poco alto, con l’esterno che vanifica una buona occasione da corner calciando in bocca a Mirante, al pari di Alvarez, il cui sinistro, su assist di Rocchi, viene murato dalla difesa. Dopo il buon inizio dell’Inter, viene però fuori il Parma, che orchestra delle belle ripartenze, sfruttando la rapidità di Sansone, la fisicità di Amauri nel far salire la squadra e le buone doti di tempo di inserimento e tiro dei centrocampisti, creando diverse azioni interessanti, con due conclusioni da fuori di Sansone e Parolo, che impegna seriamente Handanovic, al pari di una conclusione di Benalouane, con Valdes, che centra anche una clamorosa traversa con un pregevole destro a giro. Nella ripresa, l’Inter vede salire di personalità Kovacic che, oltre a smistare per i compagni, si prodiga anche in azioni individuali sulla trequarti, dando il là ad una interessante ripartenza, vanificata da un impreciso cross di Kuzmanovic, con Alvarez che tenta maggiormente la giocata tra le linee, Rocchi che si muove bene in area ed è anche pericoloso con un destro fuori di poco, con la spinta della manovra, che viene ancora creata dalla fascia destra, con l’ottimo Jonathan, che spinge e copre senza mai fermarsi. L’Inter cala però fisicamente e il Parma ne approfitta per tentare di colpire negli spazi, con la velocità in uno contro uno di Sansone e Biabiany e l’ottimo lavoro di sponda di Amauri per i compagni, con lo stesso Sansone, che riceve da Amauri, e scarica un potente destro di poco fuori, con l’italo brasiliano, che cestina poi a lato da buona posizione, e ancora Biabiany, che lanciato in campo aperto, si vede fermare il suo interno destro da un gran intervento di Handanovic. La spinta del migliore in campo Jonathan, produce però la giocata vincente, con un puntuale affondo sulla destra e un bel cross che trova a centro area Rocchi, che insacca di piatto destro Mirante, che colto in controtempo, non può evitare l’1 a 0 che non cambia nonostante gli ultimi assalti del Parma. Finisce per 4 a 3 la sfida tra FIORENTINA e TORINO. Pronti via e dopo pochi minuti è il Torino a costruire una pericolosa palla gol, con Meggiorini, che lanciato in profondità, mette in mezzo un pallone d’oro, che l’accorrente Cerci calcia a botta sicura, trovando la miracolosa deviazione in calcio d’angolo di Rodriguez. Nonostante il grande pericolo corso, la Fiorentina inizia ben presto a prendere le redini del match, trovando al primo affondo l’1 a 0 con Cuadrado, che converge in area, dribbla il suo avversario diretto e inventa un pregevole pallonetto, con Gillet, che riesce solo a deviare nella sua rete per l’1 a 0. Il gol accende i viola, che iniziano ad orchestrare un gran possesso palla, con i tre di centrocampo Valero, Pizarro e Aquilani che, con pregevoli tocchi e giocate sopraffine, fanno girare la squadra come un orologio, servendo gli esterni sul tempo, trovando le punte nello spazio e inserendosi alla perfezione in zona gol. E’ prima Valero a pennellare in mezzo per Aquilani che svetta di testa il 2 a 0 e, poco dopo, Ljajic, che inventa una splendida parabola su punizione che vale il 3 a 0. Il Toro, distratto in fase difensiva, non riesce a prendere il sopravvento sul centrocampo avversario, cercando solo le verticalizzazioni in profondità per le punte e i rapidi esterni, ma ha comunque la forza di reagire, prima con Barreto, che lanciato in profondità, trova Vives, che è però impreciso nella sua deviazione sul secondo palo e, successivamente, con lo stesso brasiliano, che sfrutta il bel lavoro sulla fascia di Santana e converte in rete di piatto destro, il suo prezioso assist, sancendo la fine del primo tempo sul 3 a 1. La seconda frazione vede invece un altro Torino, che con il baricentro più alto, imbriglia i difensori e i portatori di palla viola, riesce a dare maggiore ampiezza alla propria manovra, sotto la spinta delle grandi giocate di Cerci e di Santana. Primo affondo del Toro e arriva il 3 a 2, con una splendida azione iniziata da Santana, rifinita da Barreto e Meggiorini e con i granata che continuano ad attaccare, con i cross che arrivano anche dai terzini, con Bianchi, che impegna Viviano di testa. La Fiorentina, schiacciata spesso nella sua metà campo, è costretta alle sole ripartenze, affidandosi al suo miglior talento Cuadrado che, servito da Romulo, dribbla in area i difensori avversari e angola di pochissimo a lato, con Cerci, che sul fronte opposto, disegna un sinistro a giro imprendibile, che vale il 3 a 3 che sembra così chiudere il match ma, all’ultimo respiro, con la Fiorentina all’assalto, è Romulo, su un’azione convulsa in area, a trovare il tocco vincente sull’uscita di Gillet che vale la preziosissima e insperata vittoria finale.
Termina per 1 a 1 al sfida tra ROMA e PESCARA. Grande inizio degli abruzzesi, che si presentano all’olimpico con un atteggiamento propositivo, il baricentro alto e i centrocampisti che agiscono bene in mediana, cercando la rapida verticalizzazione vincente per le punte, con Sforzini, che su assist di Togni, spreca clamorosamente il vantaggio, oltre a tentare di far male con tiri da fuori, con Cascione, che impegna Stekelenburg, che ribatte, anche se nulla può sulla zuccata vincente di Caprari. Subito lo svantaggio, la Roma reagisce e, spinta dalle giocate sulla trequarti di Totti, attacca spesso a pieno organico, con i centrocampisti che, tagliando tra le linee, trovano lo spazio per il tiro o il cross vincente, con Florenzi che impegna Pelizzoli su assist di Totti. Nella ripresa, i giallorossi trovano il pari con Destro, che insacca sottoporta, per poi tentare con insistenza la via del vantaggio, scontrandosi spesso con l’attenta difesa abruzzese e la bravura di Pelizzoli che compie uno strepitoso intervento su un tiro ravvicinato di De Rossi. Gli assalti romanisti risultano inutili ed, anzi, il Pescara, in contropiede, rischia di far male con Di Francesco, che sfiora il gol vittoria con un bel pallonetto, sventato da Stekelenburg. Si conclude per 1 a 1 la sfida tra CATANIA e PALERMO. Primo tempo equilibrato con ambedue le squadre che più che al gioco, spesso spezzettato a centrocampo, si affidano ai loro maggiori talenti in uno contro uno per scardinare le retroguardie avversarie. Prima occasione per il Catania, con una punizione di Lodi, deviata in corner da Sorrentino, a cui risponde il Palermo, con un tentativo di Ilicic, che ben lanciato va via sul fondo e, al posto di servire un compagno solo nel mezzo, cerca di superare il portiere, con l’occasione che sfuma. E’ ancora il Catania a provarci, con un affondo di Izco, che mette in mezzo, ma Almiron è impreciso nella deviazione ed Ilicic, il cui destro dal limite dell’area termina di poco a lato. La ripresa vede invece i padroni di casa farsi preferire con una retroguardia che stringe le maglie in difesa e un centrocampo propositivo in fase di inserimento e impostazione, a servire i rapidi attaccanti etnei, che sulla trequarti, sono spesso imprendibili per gli avversari, producendo prima un tiro a giro di Castro, ben deviato da Sorrentino, e poco dopo la rete del vantaggio, con Barrientos, su assist di Gomez. Bergessio sfiora poi il 2 a 0 con un potente destro neutralizzato da un grande Sorrentino, con i rosanero, che dopo aver subito quasi sempre, trovano l’insperato 1 a 1 al 94esimo con Ilicic, che di sinistro, converge in rete una sponda aerea di Hernandez. Termina per 3 a 2 la sfida tra NAPOLI e CAGLIARI. Partita scoppiettante, che vive soprattutto delle giocate dei talentuosi giocatori offensivi delle due squadre, che mettono spesso in difficoltà i difensori avversari: il Cagliari, con la velocità e l’imprevedibilità di Ibarbo e Sau, ed il Napoli con Hamsik, Pandev e la forza fisica e il tempismo in zona rete di Cavani. Passa in vantaggio per primo il Cagliari, con Ibarbo, abile, con una finta, a rientrare sul destro su azione da calcio d’angolo, insaccando con un potente destro l’incolpevole Rosati, al quale tenta di rispondere Cavani, che spreca delle buone occasioni, con Dessena che è abile ad opporsi in scivolata sulla più clamorosa. Il secondo tempo vede la pressione partenopea farsi insistente, con il pari che arriva su azione da calcio piazzato, con uno schema che libera Hamsik, il cui tiro cross viene deviato in porta da una sfortunata autorete di Astori che vale l’1 a 1, con Pandev, che poco dopo, libera al tiro Cavani, fermato sottoporta da un miracolo di Agazzi. Il duo Pandev-Hamsik crea ancora pericoli, con un cross del secondo che finisce sui piedi di Cannavaro, il cui tiro, respinto ancora da uno strepitoso Agazzi, viene ribadito in rete da Cavani. I sardi dispongono però di grande individualità, con Sau che trova il 2 a 2 con un magistrale destro a giro, che sembra chiudere il match, ma è Insigne, all’ultimo respiro, ad indovinare un gran destro che si infila sotto l’incrocio dei pali per l’ormai inattesa vittoria finale. Termia per 1 a 1 la sfida tra BOLOGNA e SAMPDORIA. Primo tempo ricco di occasioni, con gli emiliani che costruiscono le migliori opportunità grazie alle imbucate di Diamanti, che serve palloni interessanti per i compagni, al sostegno fornito dai centrocampisti, ((pericolosi anche con tagli tra le linee) e dai terzini, a cercare il terminale offensivo Gilardino. E’ prima Kone a servire l’attaccante, che impegna di sinistro Romero, e poi Diamanti, con un velenoso sinistro, a farsi pericoloso. Nonostante la pressione avversaria, la Samp non rinuncia a distendersi, cercando le imbucate per i suoi rapidi attaccanti e orchestrando, quando in possesso della sfera, buone trame di gioco ed ampiezza della manovra che trova sbocchi sulla trequarti e sugli esterni, con un tentativo ravvicinato di Eder, su tiro deviato di Obiang, con Curci bravo ad opporsi in angolo, con Gilardino, che su bel cross di Taider, è bravo di testa ad insaccare l’1 a 0. Il secondo tempo regala meno emozioni, con il solito Diamanti che, seppur ad intermittenza, cerca di illuminare i suoi, con un’incursione che, dopo una sponda di un compagno, porta al tiro al volo Taider, che alza di poco alto, con la Samp che, però, risponde sulla trequarti, ribaltando spesso il fronte d’attacco, con verticalizzazioni per la velocità dei suoi uomini, con Maxi Lopez, che pesca Sansone in profondità, che incrocia il sinistro dell’1 a 1, che non cambia più, nonostante un'unica pericolosa occasione da calcio piazzato a firma Diamanti.
Il SIENA viene sconfitto dal CHIEVO VERONA per 1 a 0. Sono però i toscani a fare la partita, attaccando con intensità, sia centralmente che dalle fasce, con i trequartisti che cercano il tiro e l’assist vincente per la velocità di Emeghara, oltre alle continue discese degli esterni, che danno più ampiezza alla manovra, spingendo senza sosta per tutto il match, lasciando ad un Chievo ben messo in campo solo le ripartenze. Prima occasione per i veneti, con Dramè, che alza, da buona posizione, sugli sviluppi di un rapido ribaltamento di campo, un cross deviato di Frey. E’ poi Rosina ad impegnare Puggioni con due bei tiri da fuori, con il Chievo che trova l’1 a 0 su assist di Thereau per Pellissier, freddo ad insaccare. Il secondo tempo vede un Siena nervoso, che cerca la via della rete in tutti i modi, con continui attacchi in massa e tentativi da calcio piazzato, con Vergassola, che spreca da buona occasione, Paci che si vede prima annullare il gol di testa del pari per dubbio fallo e poi fermare da un bell’intervento di Puggioni un altro tentativo aereo, e ancora Emeghara e Paolucci, i cui tiri ravvicinati vengono murati, con il pari che non arriva.
Termina per 1 a 0 il big match tra JUVENTUS e MILAN. Partita che regala poche emozioni, con le due squadre molto bloccate in mediana, con Pirlo e Montolivo, che orchestrano un giro palla spesso sterile, con la difficoltà di entrambe di effettuare la giocata vincente, con Lichtsteiner e Abate su tutti che cercano le punte con cross tagliati, anche se la morsa dei centrali ne limita notevolmente la pericolosità. I tentativi sono per lo più da fuori area, con Pirlo che ha la migliore occasione del tempo, con una punizione che, deviata, viene ben sventata da un gran riflesso di Abbiati, e un precedente tiro troppo centrale di El Shaarawy. La seconda frazione di gioco continua con l’impressione che il match possa essere sbloccato solo da un episodio o da una giocata individuale, che puntualmente si verifica con l’ingenuo atterramento di Amelia su Asamoah, che costa il rigore freddamente realizzato da Vidal. Il gol modifica le sorti del match, con la Juve che ne beneficia, trovando maggiori spazi per sviluppare in profondità la manovra, e sugli esterni, con gli inserimenti in zona rete soprattutto di Pogba, che cerca di colpire senza trovare fortuna, oltre a servire una palla importante per Vucinic, il cui tiro viene murato dalla difesa. Il Milan, invece, prova a cambiare marcia dopo l’ingresso di Bojan e il conseguente cambio di modulo, trovando maggiori sbocchi sulla trequarti, e sganciamenti dei terzini, soprattutto con Constant, che crossa e salta l’uomo con continuità ma è spesso impreciso, con i pericoli che giungono con due tentativi da fuori di Montolivo, Muntari, e una conclusione ravvicinata di Mexes, murata dall’attenta retroguardia juventina, con Buffon che non rischia mai eccessivamente, per la vittoria finale.
In definitiva, nulla cambia in vetta, con le contemporanee vittorie di Napoli e Juventus, mentre si complica la lotta al terzo posto per il Milan, che vede ora la Fiorentina distante solo un punto, con la lotta Europa League, che vede l’Inter riguadagnare terreno e superare Lazio (sconfitta) e Roma (fermata dal pari) avvicinate dall’Udinese, che si inserisce nella corsa, mentre in zona salvezza tutto rimane invariato, con il Siena che, pur sconfitto, conserva un punto di vantaggio su Genoa e Palermo, entrambe fermate dal pari.

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