Scrivo in merito all’articolo ‘Nuovo volto a piazza Baracca’ ed a quello di poco precedente sul progetto riguardante l’acquedotto nella medesima piazza a Buscate. Credo di non essere l’unica ad avere perplessità e spero di non essere l’unica ad esprimerle. Qui, mi limito a citare solo le due cose che reputo più evidenti. Primo: la totale mancanza di verde nella Piazza. E, per verde, non intendo due vasi con quattro piante rinsecchite, intendo essenze arboree e alberi di medio fusto scelti con criteri paesaggistici di compatibilità con luogo ed esigenze. E’ noto a tutti che esiste un’ampia letteratura scientifica in merito al beneficio che l’uomo trae dal vivere in un ambiente ricco di elementi naturali, senza contare la piacevolezza che l’ombra di un albero può dare rispetto ad una vela, seppur di avveniristica bellezza. Qualcuno obietterà che, in previsione, il verde si vedrà quando verrà sistemato il giardino storico di Villa Rosales. Già, quando? Ricordo che, né giardino, né villa sono di proprietà del comune e non mi sembra che gli attuali proprietari abbiano particolare affetto verso la struttura la quale, tutti noteranno, è in uno stato di abbandono sempre più squallido. E’ vero che le essenze vanno scelte con oculatezza e criterio e che gli alberi che ci sono ora non sono i più adatti per un luogo come una piazza; ma da qui a eliminare totalmente la presenza di elementi naturali, il passo mi sembra ingiustificato. Secondo: l’acquedotto. L’acquedotto che diventa un osservatorio astronomico? L’ultima volta che sono stata all’osservatorio astronomico di Campo dei Fiori - Varese (1226 metri sul livello del mare) l’astronomo (si, perché serve un astronomo per gestire con competenza un luogo del genere) che ci faceva da guida mi ha spiegato che l’inquinamento luminoso, sempre più invasivo, rendeva più difficoltosa la visione di alcune stelle. Ora; Buscate, 176 metri sul livello del mare, pieno centro, aeroporto a pochi chilometri, superstrada e numerosi svincoli ben illuminati nel circondario...a voi immaginare. Ma, cosa più importante, perché coprire un così bel simbolo di civiltà con una funzionalità impropria e artificiosa? Perché non soffermarsi a riflettere se non sia, invece, il caso di parlare proprio della sua storia e della sua intima compagna, l’ACQUA. Non credo di dover ricordare che i Romani con gli acquedotti hanno civilizzato gran parte del mondo allora conosciuto. L’acqua è, dalle origini dell’uomo, alla base del vivere civile. Senza l’acqua un popolo non è niente. Forse vale la pena che, con un attento progetto didattico, nell’acquedotto di Buscate, con opportune modalità espositive e interattive si racconti la storia e il valore di questo importante elemento e del suo rapporto con l’uomo. Senza contare la presenza nella zona di Consorzi come quello del Villoresi o dei Navigli con i quali sarebbe sicuramente possibile una proficua collaborazione educativa. Quindi, chiedo a chi ha commissionato questi progetti preliminari e a chi realizzerà i progetti definitivi di riflettere su queste considerazioni e su quelle che, spero, altri faranno. Mi sembra giusto che si ricerchi un progetto veramente educativo, non un pretesto al virtuosismo architettonico. (lettera firmata)